Il Piano nazionale d’azione per il radon

Il Piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032 è stato adottato con il Dpcm 11 gennaio 2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 febbraio 2024, n° 43, come previsto dal D.Lgs. 31 luglio 2010 n° 101 in recepimento della cosiddetta Direttiva Euratom.

L’obiettivo del Piano è prevenire i rischi per la salute umana derivanti dall’esposizione al radon, attraverso strategie volte alla misurazione, alla prevenzione e alla limitazione dell’esposizione della popolazione.

 

Che cos’è il radon e dove si trova

Il radon è un gas radioattivo derivante dal decadimento dell’uranio che proviene dal suolo, dai materiali da costruzione e dall’acqua e può trovarsi nell’aria in quantità variabile. Essendo molto diffuso nella crosta terrestre, rappresenta la maggior fonte di rischio da esposizione a radiazioni ionizzanti di origine naturale.

Eccessive concentrazioni in ambienti chiusi aumentano il rischio di tumore polmonare; il rischio varia in base sia al livello di concentrazione in aria sia al tempo trascorso in ambienti con presenza di questo gas.

 

Il Piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032 in sintesi

Il Piano individua, in particolare:

  1. a) le strategie, i criteri e le modalità di intervento per prevenire e ridurre i rischi di lungo termine dovuti all’esposizione al radon nelle abitazioni, negli edifici pubblici e nei luoghi di lavoro, anche di nuova costruzione, per qualsiasi fonte di radon, sia essa il suolo, i materiali da costruzione o l’acqua;
  2. b) i criteri per la classificazione delle zone in cui si prevede che la concentrazione di radon come media annua superi il livello di riferimento nazionale in un numero significativo di edifici;
  3. c) le regole tecniche e i criteri di realizzazione di misure per prevenire l’ingresso del radon negli edifici di nuova costruzione nonché degli interventi di ristrutturazione su edifici esistenti che coinvolgono l’attacco a terra;
  4. d) gli indicatori di efficacia delle azioni pianificate.

 

Le azioni di previste dal Piano nazionale per il radon 2023-2032

Di rilievo è la parte terza del Piano che delinea le azioni e gli assi per prevenire, limitare o rimuovere i rischi dovuti all’esposizione al radon.

Tra essi sono ricompresi:

  • Esecuzione di indagini sulle concentrazioni di radon in ambienti chiusi o concentrazioni di gas radon nel suolo al fine di stimare la distribuzione delle concentrazioni di radon in ambienti chiusi, per la gestione dei dati di misurazione e per la determinazione di altri parametri pertinenti (quali suolo e tipi di roccia, permeabilità e contenuto di radio della roccia o del suolo).
  • Classificazione delle aree prioritarie e determinazione di altri parametri che possano essere utilizzati come indicatori specifici di situazioni caratterizzate da un’esposizione al radon potenzialmente elevata.
  • Identificazione delle tipologie di luoghi di lavoro ed edifici pubblici, ad esempio scuole, luoghi di lavoro sotterranei e luoghi di lavoro o edifici pubblici ubicati in determinate zone in cui sono necessarie misurazioni della concentrazione di radon sulla base di una valutazione del rischio, tenendo conto, ad esempio, delle ore di occupazione.
  • Identificazione delle tipologie di attività lavorative per le quali i lavoratori effettuano prestazioni in uno o più luoghi di lavoro, gestiti anche da terzi, la cui esposizione cumulativa al radon può comportare un rischio che non può essere trascurato dal punto di vista della radioprotezione;
  • Determinazione di livelli di riferimento per le abitazioni e i luoghi di lavoro. Se del caso, determinazione di diversi livelli di riferimento per i diversi usi degli edifici (abitazioni, edifici pubblici, luoghi di lavoro) e per gli edifici esistenti e nuovi.
  • Assegnazione di responsabilità (governative e non governative), meccanismi di coordinamento e risorse disponibili per la messa in atto del Piano d’azione nazionale radon.
  • Strategie per la riduzione dell’esposizione al radon nelle abitazioni.
  • Strategie volte a facilitare interventi di risanamento dopo la costruzione.
  • Strategia, compresi i metodi e gli strumenti, per prevenire l’ingresso del radon nei nuovi edifici, inclusa l’identificazione di materiali da costruzione con esalazione di radon significativa.
  • Strategia per la comunicazione finalizzata a sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica e a informare i responsabili delle decisioni a livello locale, i datori di lavoro e i dipendenti in merito ai rischi del radon, anche associati al consumo di tabacco.
  • Orientamenti riguardanti i metodi e gli strumenti per le misurazioni e gli interventi correttivi.
  • Orientamenti per la qualificazione dei servizi di dosimetria e degli esperti in interventi di risanamento da radon.
  • Sostegno alle indagini finalizzate al rilevamento del radon e agli interventi di risanamento, soprattutto per quanto concerne le abitazioni private con concentrazioni di radon estremamente elevate.

Il Piano nazionale d’azione per il radon sarà aggiornato con cadenza almeno decennale.

 

Il rischio radon negli ambienti di lavoro

Per concludere, è utile ricordare che il radon è un gas impercettibile dai sensi umani, in quanto inodore e incolore; dunque sono necessari appositi strumenti e personale qualificato per il rilevamento.  È importante misurarne la presenza affidandosi a professionisti, soprattutto qualora si vive o si operi in una zona a rischio.

L’attuale normativa di riferimento sul radon è il D.Lgs. 101/2020 che stabilisce norme di sicurezza al fine di proteggere le persone dai pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti e contiene le disposizioni relative all’esposizione del radon nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni.

La soglia di riferimento di concentrazione di radon (LdR) è stabilita dall’art. 12 del D.Lgs. 101/2020 e consiste in:

  • 300 Bq/m3 per i luoghi di lavoro;
  • 300 Bq/m3 per le abitazioni costruite antecedentemente al 31 dicembre 2024;
  • 200 Bq/m3 per le abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024.

L’art. 244 del D.Lgs. 101/2020 ha modificato il c. 3 dell’art. 180 del D.Lgs. 81/08, rendendo obbligatorio per il datore di lavoro includere nel DVR la valutazione del rischio di esposizione al radon.

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

Sicurezza delle Piattaforme di Lavoro Elevabili (PLE)

Il Ministero del Lavoro ha recentemente emesso la circolare esplicativa n. 7 del 12 settembre 2024, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza nell’utilizzo delle Piattaforme di Lavoro Elevabili (PLE). Il documento è stato pubblicato in risposta all’aumento degli incidenti sul lavoro legati all’impiego di queste attrezzature, richiamando i principali obblighi previsti dal D.Lgs. 81/2008, noto come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro.

 

Indicazioni per la progettazione e costruzione delle PLE

Una delle raccomandazioni principali è rivolta ai produttori di PLE, i quali devono assicurarsi che le macchine rispettino i più alti standard di sicurezza durante la progettazione e costruzione.

In particolare, devono garantire che le PLE soddisfino i requisiti stabiliti dalle norme armonizzate applicabili, al fine di ridurre i rischi durante l’uso.

 

Obblighi per gli utilizzatori delle PLE

Gli utilizzatori delle PLE devono rispettare rigorosamente le indicazioni fornite dal fabbricante nelle istruzioni d’uso. In particolare, queste includono:

  • Limiti d’uso: le PLE devono essere utilizzate solo entro i limiti stabiliti dal produttore.
  • Controlli e manutenzione: è obbligatorio eseguire periodicamente controlli e interventi di manutenzione, registrando ogni operazione nell’apposito registro di controllo.

 

Verifiche periodiche e controlli non distruttivi

Soggetti Pubblici e Privati abilitati alle verifiche periodiche (come ASL, ARPA, INAIL) devono prestare particolare attenzione allo stato di conservazione delle PLE. La circolare sottolinea l’importanza di considerare non solo l’età della macchina, ma anche il suo stato di manutenzione e la presenza di usura sui componenti chiave.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario sospendere la verifica e procedere con controlli non distruttivi per esaminare l’integrità dei componenti più sollecitati.

 

Controlli da parte degli Organi di Vigilanza

Gli Organi di Vigilanza come ASL e INL hanno il compito di verificare che le PLE siano sottoposte a regolari controlli e che tutte le operazioni di manutenzione siano state annotate nel registro. Il mancato rispetto di queste indicazioni può portare alla sospensione dell’uso delle attrezzature fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

 

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Lista di Conformità INL e controlli in azienda

L’attestato di merito al datore di lavoro virtuoso è rilasciato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) se, chiusa un’ispezione in materia di lavoro e legislazione sociale, compresa la sicurezza sul lavoro, non siano emerse violazioni o irregolarità.

 

Lista di Conformità INL: che cos’è e come funziona?

L’attestato comporta l’iscrizione nella Lista di conformità INL, online, pubblicamente consultabile e mette il datore di lavoro al riparo dalla duplicazione delle visite ispettive.

Infatti, per un periodo di 12 mesi dall’iscrizione alla Lista, non è sottoposto a ulteriori verifiche da parte dell’INL nelle stesse materie oggetto dell’accertamento che ha dato luogo al rilascio dell’attestato. Fanno eccezione le verifiche sulla sicurezza del lavoro e le richieste d’intervento, nonché le attività d’indagine disposte dalla procura della Repubblica.

Qualora venga a conoscenza di violazioni o irregolarità durante il periodo di validità dell’attestato, l’INL dispone l’immediata cancellazione dalla lista del datore di lavoro.

 

Lista di conformità INL: da quando è in vigore?

È quanto prevede l’art. 29, c. 7-9, DL 2 marzo 2024 n. 19, pubblicato in GU n. 52 del 2 marzo 2024 e in vigore dallo stesso giorno.

La lista di conformità, al momento, non è ancora operativa. È prevista l’emanazione di un provvedimento specifico da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che fornirà informazioni specifiche circa la struttura dell’elenco e la gestione operativa.

 

I vantaggi dell’attestato di merito

Con questo decreto PNRR, si intende premiare le aziende virtuose in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ovvero che quelle che, a fronte di una visita ispettiva, siano risultate in regola e immuni da violazioni legali e contrattuali.

Oltre all’ “immunità” di 12 mesi, con la pubblicazione sul sito istituzionale dell’INL del nome dell’impresa virtuosa, si intende inoltre offrire un vantaggio in termini di reputazione. Chiunque può, infatti, consultare l’elenco, utilizzandolo come strumento di selezione delle imprese che possono essere ritenute più affidabili.

L’attestato di merito al datore di lavoro virtuoso è, dunque, anche uno strumento per rafforzare la credibilità dell’impresa e potenziarne, quindi, la competitività sul mercato.

 

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Nuovi valori limite per piombo e diisocianati

In vigore dall’8 aprile 2024 la Direttiva (UE) 2024/869 del 13 marzo 2024 “recante modifica della direttiva 2004/37/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e della direttiva 98/24/CE del Consiglio per quanto riguarda i valori limite per il piombo e i suoi composti inorganici e per i diisocianati”.

Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per adeguarsi alla direttiva entro il 9 aprile 2026.

 

Piombo e suoi composti inorganici

Il valore limite di esposizione professionale e il valore limite biologico del piombo e dei suoi composti inorganici indicati nella Direttiva 98/24/CE e nella Direttiva 2004/37/CE non tengono conto dei più recenti sviluppi scientifici e tecnici e delle nuove conoscenze che consentono di rafforzare la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione professionale a tali sostanze, che sono reprotossiche ossia possono nuocere alla riproduzione.

 

Diisocianati

I diisocianati sono sensibilizzanti della pelle e delle vie respiratorie con possibili effetti nocivi sulla salute respiratoria, nonché causare malattie cutanee professionali. I diisocianati sono considerati agenti chimici pericolosi ai sensi dell’articolo 2, lettera b), della Direttiva 98/24/CE, e attualmente per essi non esiste alcun valore limite di esposizione professionale o valore limite di esposizione di breve durata obbligatorio a livello dell’Unione.

 

I nuovi valori limite per piombo e diisocianati

La recente Direttiva (UE) 2024/869 va a modificare le direttive n. 98/24/CE sugli agenti chimici e n. 2004/37/CE sugli agenti cancerogeni, mutageni e reprotossici stabilendo nuovi limiti di esposizione professionale per il piombo e i diisocianati, aggiornando le normative esistenti sugli agenti chimici e cancerogeni.

 

In particolare:

 

  • il limite di esposizione professionale per il piombo viene abbassato a 0,03 mg/m³ (era 0,15 mg/m³) in relazione a un periodo di riferimento di 8 ore, e il limite biologico a 30 µg Pb/100 ml di sangue, che verrà ridotto ulteriormente dal 1° gennaio 2029 a 15 µg Pb/100 ml.
  • per i diisocianati, fino al 31 dicembre 2028 si applicano un valore limite di 10 μg NCO/m³ in relazione a un periodo di riferimento di 8 ore e un valore limite di esposizione di breve durata di 20 μg NCO/m³. Dal 1° gennaio 2029 saranno introdotti nuovi limiti di esposizione giornalieri e per brevi periodi, rispettivamente pari a 6 μg NCO/m³ sul periodo di riferimento delle 8 ore e a 12 μg NCO/m³ sulla breve durata di 15 minuti.

La definizione di “agente mutageno”

La definizione di “agente mutageno” indicata all’articolo 2, lettera b) della direttiva 2004/37/CE è stata aggiornata dalla nuova Direttiva (UE) 2024/869 per includere sostanze o miscele che influenzano le cellule germinali.

Di seguito riportiamo una tabella di confronto tra la definizione precedente e quella nuova:

 

Direttiva 2004/37/CE (precedente definizione)  Direttiva (UE) 2024/869 (nuova definizione) 
b) «agente mutageno»:

i) una sostanza che risponde ai criteri di classificazione nella categoria 1 o 2 degli agenti mutageni, come stabilito nell’allegato VI della direttiva 67/548/CEE;

ii) un preparato costituito da una o più delle sostanze di cui al punto i) allorché la concentrazione di una o più delle singole sostanze risponde ai requisiti previsti in materia di limiti di concentrazione per la classificazione di un preparato nella categoria 1 o 2 degli agenti mutageni, come stabilito:

  • nell’allegato I della direttiva 67/548/CEE, o
  • nell’allegato II, parte B, della direttiva 1999/45/CE, nel caso in cui la sostanza o le sostanze non figurino nell’allegato I della direttiva 67/548/CEE o vi figurino senza limiti di concentrazione;
b) «agente mutageno»:

i) una sostanza o miscela corrispondente ai criteri di classificazione come agente mutageno di cellule germinali di categoria 1A o 1B di cui all’allegato I del regolamento (CE) n. 1272/2008;

ii) una sostanza, miscela o procedimento di cui all’allegato I della presente direttiva, nonché una sostanza o miscela liberata nel corso di un processo di cui allo stesso allegato;

 

Inoltre, la Commissione si impegna a valutare l’interazione tra vari agenti chimici per potenziali linee guida comunitarie e a rivedere periodicamente i limiti di esposizione per il piombo e i suoi composti, oltre a stabilire protocolli per la sorveglianza sanitaria, specialmente per la protezione delle lavoratrici in età fertile.

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Patente a crediti nei cantieri edili dal 1° ottobre 2024

Al via dal 1° ottobre 2024 la “patente a crediti” per imprese e lavoratori autonomi operanti nei cantieri temporanei o mobili.

A seguito della pubblicazione del DM 18 settembre 2024, che introduce il nuovo regolamento per il conseguimento della patente a crediti, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha pubblicato la Circolare n. 4 del 23 settembre 2024 che definisce i diversi profili applicativi concernenti il rilascio e la gestione della patente.

 

Riferimenti normativi

Articolo 27 del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81

Legge 29 aprile 2024, n. 56

D.M. 18 settembre 2024 n. 132

Circolare INL n. 4 del 23 settembre 2024

 

Soggetti interessati

Le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili di cui all’articolo 89, comma 1, lettera a), ad esclusione di coloro che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale.

 

Esclusioni

Le imprese in possesso dell’attestazione di qualificazione SOA, in classifica pari o superiore alla III, di cui all’art. 100, comma 4, del D.lgs. n. 36/2023.

 

Requisiti richiesti

  1. iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura;
  2. adempimento, da parte dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti, dei lavoratori autonomi e dei prestatori di lavoro, degli obblighi formativi previsti dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81;
  3. possesso del documento unico di regolarità contributiva incorso di validità’;
  4. possesso del documento di valutazione dei rischi, nei casi previsti dalla normativa vigente;
  5. possesso della certificazione di regolarità fiscale, di cui all’articolo 17-bis, commi 5 e 6, del decreto legislativo 9 luglio1997, n. 241, nei casi previsti dalla normativa vigente;
  6. avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, nei casi previsti dalla normativa vigente.

 

Modalità operative

La patente è rilasciata in formato digitale accedendo al portale dell’Ispettorato nazionale del lavoro attraverso SPID personale o CIE.

Sono considerati lavoratori autonomi anche le imprese individuali senza lavoratori.

Il portale sarà operativo dal 1° ottobre 2024.

In una prima fase, in attesa dell’operatività del portale, sarà comunque possibile presentare, utilizzando il modello predisposto da INL, una autocertificazione del possesso dei requisiti: l’autocertificazione dovrà essere inviata tramite la propria PEC all’indirizzo dichiarazionepatente@pec.ispettorato.gov.it

Tale modalità ha efficacia fino al 31 ottobre 2024 e vincola l’operatore a presentare la domanda per il rilascio della patente mediante il portale INL entro la stessa data.

A partire dal 1° novembre 2024 sarà indispensabile, per operare in cantiere, aver effettuato la richiesta tramite il portale anche se è stata inviata precedentemente la PEC.

 

Attribuzione dei crediti

La patente al momento della richiesta è dotata di un punteggio di 30 crediti che possono essere incrementati fino al massimo di 100 crediti secondo i criteri stabiliti dal DM 18 settembre 2024 n. 132.

 

Decurtazione dei crediti

È prevista la decurtazione del punteggio dei crediti nel caso in cui siano accertati provvedimenti definitivi, ovvero le sentenze passate in giudicato e le ordinanze-ingiunzione divenute definitive, nei confronti di datori di lavoro, dirigenti e preposti delle imprese o dei lavoratori autonomi, nei casi previsti all’allegato I-bis del D.Lgs. 81/2008.

Nel caso in cui il punteggio dei crediti sia inferiore a 15 non sarà possibile continuare ad operare in cantiere, salvo completare le attività in corso di esecuzione se i lavori eseguiti siano superiori al 30% del valore del contratto.

 

Sanzioni per crediti insufficienti

L’impresa o il lavoratore autonomo che operi in cantiere senza la patente o con un patente che non sia dotata di almeno 15 crediti, potrà essere oggetto di una sanzione amministrativa pari al 10% del valore dei lavori affidati nello specifico cantiere e comunque non inferiore a € 6.000 e l’esclusione dalla partecipazione ai lavori pubblici per 6 mesi.

 

Recupero dei crediti

È possibile il recupero dei crediti in caso il punteggio sia inferiore a 15 tramite una procedura per cui è necessario ricorrere alla valutazione di una commissione territoriale composta da rappresentati dell’INL e dell’INAIL.

 

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Mancati infortuni: il nuovo modello di rilevazione e segnalazione di INAIL

Facendo seguito al protocollo d’intesa fra INAIL e CONFIMI INDUSTRIA, con oggetto la realizzazione di progetti per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, INAIL ha diffuso un nuovo report con l’obiettivo di “Sensibilizzare e supportare operativamente le aziende alle attività di segnalazione e analisi dei mancati infortuni (near-miss)”.

 

Che cosa sono i near-misses?

I cosiddetti near-miss sono i mancati infortuni o quasi infortuni cioè eventi che non hanno causato lesioni o malattie ai lavoratori ma che avrebbero potuto farlo. In pratica, sono situazioni potenzialmente pericolose e che, solo per casualità, non si sono tradotte in incidenti.

Per questo, si definiscono anche “precursori di incidenti”; perché, opportunamente rilevati, sono indicatori oggettivi dello scarso livello di sicurezza di ambienti o processi di lavoro. Evidenziano, infatti, luoghi e momenti nei quali è probabile che si verifichino incidenti.

 

Perché attivare una procedura per i near-misses?

L’attivazione di procedure aziendali, sostenibili anche per le piccole e medie imprese, per la rilevazione e segnalazione dei near-misses costituisce un valido aiuto per la valutazione complessiva di tutti i fattori di rischi che intervengono nelle fasi produttive, oltre a rappresentare un importante motore di partecipazione per più figure aziendali, nell’ambito della prevenzione.

Il documento edito da INAIL, in questo contesto, ha l’obiettivo di rafforzare la collaborazione fra le Associazioni d’impresa e le aziende per l’applicazione di pratiche preventive di sempre maggiore efficacia.

 

Near-misses: un modello di rilevazione utile anche per le piccole imprese

Nell’ottica di sostenibilità per le piccole imprese, il documento riporta le attività realizzate durante lo sviluppo e la sperimentazione di un modello di rilevazione dei near-misses, in modo tale che possano essere sfruttate come standard, proprio dalle piccole imprese. Il modello sviluppato e le relative attività sono stati riferiti a settori in cui frequenza e gravità degli infortuni sono più elevate: costruzioni, metallurgia, chimico, ceramiche sanitarie e alimentare.

 

Near-misses: i contenuti del documento INAIL

Il report apre delineando un quadro storico e statistico degli infortuni nei vari settori di studio, procedendo poi ad un approfondimento sui fattori causali che stanno alla base del verificarsi dell’infortunio grave o mortale, attingendo dagli archivi informatici di INAIL e dal database Infor.Mo.

A dare ulteriore completezza al quadro di cui sopra, un capitolo è dedicato all’analisi dei fattori del contesto territoriale, con lo scopo di incanalare ed informare meglio le scelte organizzative delle imprese, anche in base alla loro collocazione geografica sul territorio nazionale. I dati in questo caso sono stati ricavati aggregando questionari posti direttamente ai referenti territoriali di CONFIMI INDUSTRIA.

Il quarto capitolo del report si analizza lo stato di attuazione dei sistemi di gestione dei near-misses, insieme alle relative esigenze di formazione e informazione, il tutto campionando aziende degli stessi territori analizzati nel capitolo precedente.

Nel quinto capitolo si delineano, sulla base di esperienze sperimentali sulle aziende, un modello tecnico-organizzativo e una istruzione operativa di sicurezza, votati alla rilevazione e all’analisi dei near-misses.

Il report chiude con considerazioni sugli sviluppi futuri imperniate sulla collaborazione da parte delle aziende nella sperimentazione del modello e dello strumento operativo proposti, con lo scopo di rafforzare e diffondere la cultura della prevenzione nelle imprese.

 

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AI e Sicurezza sul Lavoro: innovazioni e sviluppi

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) ha fatto passi da gigante in diversi settori, inclusa la sicurezza sul lavoro. L’adozione di tecnologie basate sull’AI sta trasformando il modo in cui le aziende affrontano la prevenzione degli infortuni, offrendo strumenti più precisi ed efficienti per proteggere i lavoratori. Questo articolo esplora le ultime innovazioni tecnologiche, con esempi concreti di come queste stanno contribuendo a creare ambienti di lavoro più sicuri.

 

L’intelligenza artificiale è un ramo dell’informatica che si occupa della creazione di sistemi in grado di svolgere compiti che richiederebbero intelligenza umana. Questi sistemi utilizzano algoritmi avanzati di machine learning, reti neurali e altri strumenti per analizzare dati complessi e prendere decisioni informate. Nel contesto della sicurezza sul lavoro, l’AI può analizzare enormi quantità di dati in tempo reale, identificare pattern e tendenze, e fornire previsioni e raccomandazioni per prevenire incidenti.

 

Le principali aree in cui l’AI sta avendo un impatto significativo sulla sicurezza sul lavoro includono:

 

Monitoraggio in tempo reale

Una delle applicazioni più promettenti dell’AI è il monitoraggio in tempo reale delle condizioni di lavoro. Sensori avanzati e sistemi di visione artificiale possono rilevare situazioni potenzialmente pericolose prima che si verifichino incidenti. Esempi concreti includono:

  • Sistema di monitoraggio che utilizza l’AI per analizzare il comportamento dei conducenti dei macchinari pesanti. Il sistema rileva segni di stanchezza o distrazione e invia avvisi immediati per prevenire incidenti.
  • Telecamere dotate di AI per monitorare le aree ad alto rischio, identificando automaticamente se i lavoratori indossano l’equipaggiamento di protezione individuale corretto.

 

Previsione degli infortuni

L’AI può analizzare enormi quantità di dati per identificare pattern che precedono gli infortuni. Attraverso l’apprendimento automatico (machine learning), i sistemi possono prevedere incidenti analizzando fattori come il tempo, le condizioni ambientali, i comportamenti passati dei lavoratori e le attività in corso. Esempi includono:

  • Piattaforma di AI che raccoglie dati dai sensori indossabili dei lavoratori per prevedere infortuni legati a movimenti ripetitivi e posture scorrette.
  • Sistema di analisi predittiva che valuta i dati storici degli incidenti e identifica i potenziali pericoli, permettendo alle aziende di adottare misure preventive mirate.

 

Formazione personalizzata

Le tecnologie basate sull’AI stanno rivoluzionando anche la formazione dei lavoratori. Simulazioni di realtà virtuale (VR) potenziate dall’AI offrono esperienze di formazione immersiva, permettendo ai lavoratori di affrontare situazioni pericolose in un ambiente controllato.

Ad esempio:

  • Simulazioni VR per addestrare i lavoratori nel settore petrolifero e del gas, preparando il personale a gestire emergenze come fuoriuscite di sostanze chimiche o incendi.
  • Formazione VR per insegnare ai dipendenti come gestire situazioni di rischio in negozio, come il sollevamento di carichi pesanti o la gestione di clienti aggressivi.

 

Manutenzione predittiva

L’AI è essenziale anche nella manutenzione predittiva delle attrezzature. Analizzando i dati dei sensori integrati nei macchinari, gli algoritmi di AI possono prevedere guasti e malfunzionamenti prima che si verifichino, riducendo così il rischio di incidenti legati a attrezzature difettose. Questo approccio non solo migliora la sicurezza, ma aumenta anche l’efficienza operativa.

Alcuni esempi sono:

  • Utilizzo dell’AI per monitorare le condizioni delle turbine eoliche, prevedendo i guasti e pianificando interventi di manutenzione preventiva.
  • Soluzioni di manutenzione predittiva per le linee di produzione, che utilizzano l’AI per analizzare i dati dei sensori e prevenire interruzioni non pianificate.

 

Comunicazione e risposta alle emergenze

In caso di emergenza, la velocità e l’accuratezza della comunicazione possono fare la differenza tra la vita e la morte. I sistemi di AI possono coordinare le risposte alle emergenze, fornendo istruzioni chiare e in tempo reale ai lavoratori e ai soccorritori.

Esempi includono:

  • Piattaforma di gestione delle emergenze che utilizza l’AI per coordinare le risposte a situazioni critiche in stadi e grandi eventi.
  • Soluzione di AI che invia automaticamente dati critici ai soccorritori, come la posizione esatta e le condizioni mediche dei lavoratori in difficoltà.

 

Il ruolo dell’AI nella valutazione dei rischi e nelle misure di prevenzione e protezione

L’AI offre un enorme potenziale per migliorare sia il processo di valutazione dei rischi che le misure di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro.

Valutazione dei Rischi

Tradizionalmente, la valutazione dei rischi sul lavoro si basa su ispezioni periodiche, segnalazioni di incidenti e analisi manuali. L’AI può migliorare significativamente questo processo attraverso l’analisi continua dei dati. Sistemi basati sull’AI possono monitorare in tempo reale l’ambiente di lavoro, rilevando immediatamente le condizioni pericolose e potenziali rischi. Ad esempio, l’AI può analizzare i dati raccolti da sensori ambientali, telecamere di sorveglianza e dispositivi indossabili per identificare rapidamente situazioni che potrebbero portare a incidenti.

Misure di prevenzione e protezione

Una volta identificati i rischi, l’AI può contribuire a sviluppare e implementare misure preventive più efficaci. Ad esempio, i sistemi di AI possono prevedere guasti e malfunzionamenti delle attrezzature, consentendo interventi di manutenzione preventiva prima che si verifichino incidenti. Inoltre, l’AI può essere utilizzata per personalizzare i programmi di formazione dei lavoratori, adattandoli alle specifiche esigenze e rischi del singolo lavoratore, migliorando così l’efficacia della formazione.

Analisi predittiva e azioni preventive

L’AI può utilizzare algoritmi di machine learning per analizzare i dati storici degli incidenti e individuare tendenze e pattern. Queste informazioni possono essere utilizzate per sviluppare strategie di prevenzione più mirate. Ad esempio, se un’azienda nota che la maggior parte degli incidenti si verifica in determinate condizioni meteorologiche, può adottare misure specifiche per mitigare quei rischi.

Risposta alle emergenze

In situazioni di emergenza, l’AI può migliorare la rapidità e l’efficacia della risposta. Sistemi di comunicazione basati sull’AI possono fornire istruzioni chiare e in tempo reale ai lavoratori e coordinare le azioni dei soccorritori. Inoltre, l’AI può analizzare i dati in tempo reale per adattare le risposte alle emergenze in base alle circostanze specifiche, migliorando così le probabilità di successo delle operazioni di soccorso.

 

AI e Sicurezza sul Lavoro: una grande opportunità

L’AI rappresenta una svolta epocale nella prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro, offrendo alle aziende strumenti avanzati per proteggere i propri dipendenti. La sua capacità di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale, identificare pattern e tendenze, e fornire previsioni e raccomandazioni per prevenire incidenti, la rende una risorsa inestimabile per migliorare la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Investire in soluzioni basate sull’AI non solo protegge i lavoratori, ma migliora anche l’efficienza e la sostenibilità delle operazioni aziendali. Riducendo il numero di infortuni e malattie professionali, le aziende possono evitare costi aggiuntivi legati a ferie, assenze per malattia, indagini e sanzioni, migliorando così la loro competitività sul mercato.

Inoltre, l’integrazione dell’AI nella sicurezza sul lavoro apre la strada a nuove opportunità di innovazione e crescita. Le aziende che adottano queste tecnologie in anticipo possono acquisire un vantaggio competitivo significativo, migliorando la loro reputazione come datori di lavoro responsabili e attenti al benessere dei dipendenti.

Tuttavia, è importante ricordare che il successo dell’AI dipende dall’efficace integrazione con altre pratiche e procedure di sicurezza sul lavoro. È fondamentale che le aziende mantengano un approccio olistico alla sicurezza, combinando l’AI con formazione adeguata, supervisione attenta e cultura della sicurezza sul lavoro.

Infine, mentre l’AI offre enormi vantaggi in termini di prevenzione degli infortuni, è importante considerare anche le implicazioni etiche e sociali di queste tecnologie. È essenziale garantire che l’uso dell’AI nella sicurezza sul lavoro rispetti i diritti e la dignità dei lavoratori e che venga impiegato in modo responsabile e trasparente.

In conclusione, l’integrazione dell’AI nella sicurezza sul lavoro rappresenta una grande opportunità per migliorare la protezione dei lavoratori e aumentare l’efficienza aziendale. Con il giusto approccio e l’impegno per un utilizzo etico e responsabile, l’AI può contribuire in modo significativo a creare ambienti di lavoro più sicuri e salutari per tutti.

 

 

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La nuova ISO/TS 17886:2024: Ingegneria per la sicurezza antincendio

Recentemente, è stata pubblicata dalla ISO la nuova edizione del documento tecnico ISO/TS 17886:2024, intitolato “Ingegneria per la sicurezza antincendio – Approccio alla progettazione delle prove di evacuazione”. Questo documento, disponibile in inglese o francese sul sito ufficiale dell’ISO, stabilisce un metodo standardizzato per la progettazione e l’esecuzione di prove di evacuazione efficaci.

 

Scopo e obiettivi del documento tecnico

Lo scopo principale della ISO/TS 17886:2024 è di uniformare le procedure di evacuazione negli edifici per garantire che siano riproducibili, confrontabili e affidabili. Gli obiettivi includono:

  • Applicazioni nel campo dell’ingegneria della sicurezza antincendio.
  • Comparazione delle prove di evacuazione eseguite in diverse giurisdizioni e condizioni.
  • Analisi e valutazione delle variabili critiche durante le evacuazioni.
  • Sviluppo di procedure di sicurezza e programmi di formazione.
  • Valutazione e miglioramento dei piani di evacuazione.
  • Riduzione dell’incertezza nei risultati ottenuti.
  • Verifica dell’efficacia delle misure preventive prima e dopo la progettazione degli edifici.
  • Miglioramento dei parametri utilizzati nei software di simulazione di evacuazione.
  • Confronto e validazione dei modelli di evacuazione, come specificato nella norma ISO 16730-1.

 

Aspetti da considerare nella progettazione delle prove di evacuazione

La progettazione di prove di evacuazione efficaci deve tener conto di vari elementi critici, delineati nella ISO/TS 17886:2024:

  • Configurazione degli spazi: Layout dell’edificio, inclusi corridoi, scale e uscite di emergenza.
  • Condizioni ambientali: Illuminazione, temperatura e altre variabili che influenzano l’evacuazione.
  • Caratteristiche degli occupanti: Numero, età, capacità fisiche e familiarità con il piano di evacuazione.
  • Segnali e allarmi: Efficienza e chiarezza dei sistemi di allarme e comunicazione.
  • Strumentazione e normative di sicurezza: Utilizzo di dispositivi di monitoraggio e conformità alle norme vigenti.

 

Utilità della ISO/TS 17886:2024

La ISO/TS 17886:2024 rappresenta uno strumento fondamentale per una vasta gamma di professionisti, tra cui architetti, ingegneri della sicurezza, progettisti urbani e esperti di gestione delle emergenze. Questi professionisti possono beneficiare delle dettagliate linee guida fornite dal documento per migliorare la sicurezza e l’efficacia delle prove di evacuazione nella loro pratica quotidiana.

 

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La bozza definitiva del Nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione

Il nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione in materia di sicurezza sta per completare il suo percorso di approvazione, avviato nel maggio 2022. Il Ministero del Lavoro ha reso disponibile la “bozza definitiva”, in attesa dell’approvazione finale durante la Conferenza Stato, Regioni e Province autonome e della sua pubblicazione ufficiale. Questo nuovo atto legislativo sostituirà e unificherà i vari Accordi attualmente in vigore, creando un “Accordo Quadro” o un “Testo unico degli Accordi Stato-Regioni sulla formazione in materia di sicurezza”.

 

Principali novità

  • La bozza prevede una revisione completa dei corsi di formazione obbligatori, aggiornandone contenuti e durata per renderli più efficaci e adatti alle specifiche esigenze dei diversi settori lavorativi.
  • Introduce una maggiore flessibilità nella formazione a distanza attraverso l’utilizzo di piattaforme e-learning, a patto che rispettino standard tecnici e di contenuto per garantirne la qualità.
  • Rafforza l’importanza dell’aggiornamento periodico dei lavoratori già formati, ridefinendo frequenza e contenuti per mantenere competenze al passo con le normative e le tecnologie in evoluzione.
  • Impone criteri più rigorosi per la qualificazione dei formatori, richiedendo esperienza professionale e didattica specifica oltre a continui aggiornamenti delle competenze.
  • Introduce nuove misure di monitoraggio e controllo per garantire la qualità della formazione erogata, con verifiche regolari degli enti formativi per il rispetto degli standard.

 

Obiettivi dell’Accordo

L’Accordo mira a migliorare la qualità della formazione in materia di sicurezza, adattare i contenuti formativi alle specificità dei diversi settori, promuovere l’uso delle nuove tecnologie nella formazione, garantire la qualificazione e l’aggiornamento costante dei formatori, nonché a monitorare continuamente la qualità della formazione erogata.

 

Implicazioni per le Aziende

Le aziende dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni entro i termini stabiliti dalla bozza definitiva, rivedendo i propri programmi di formazione e, se necessario, selezionando nuovi enti formativi conformi agli standard definiti dall’Accordo.

 

Il Percorso di Approvazione

Iniziato a maggio 2022, il percorso di approvazione del nuovo Accordo Stato-Regioni è ormai vicino alla conclusione. La bozza definitiva, resa disponibile dal Ministero del Lavoro, attende solo l’approvazione finale e la pubblicazione ufficiale per entrare in vigore e sostituire i precedenti Accordi sulla formazione in materia di sicurezza.

 

Percorsi Formativi Previsti

Il nuovo Accordo prevede la revisione e l’accorpamento degli Accordi attualmente in vigore relativi alla formazione dei lavoratori, dei datori di lavoro che svolgono compiti di prevenzione e protezione, delle attrezzature di lavoro, e dei responsabili e addetti ai servizi di prevenzione e protezione. Verrà anche abrogato l’Accordo sulle “Linee applicative” degli Accordi precedenti.

 

Nuovi Percorsi Formativi

La bozza introduce nuovi requisiti formativi per diverse categorie di destinatari, specificando durata e contenuti minimi per i corsi destinati a datori di lavoro, dirigenti, preposti, lavoratori, responsabili e addetti dei servizi di prevenzione e protezione, coordinatori per la progettazione e l’esecuzione dei lavori, operatori di attrezzature di lavoro con specifiche abilitazioni, e per coloro che operano in ambienti sospetti di inquinamento o confinati.

 

Aggiornamenti dell’Accordo

L’Accordo prevede anche l’aggiornamento dell’allegato XIV del D.Lgs. n. 81/2008 e stabilisce le modalità di verifica finale di apprendimento obbligatoria per i discenti di tutti i percorsi formativi e di aggiornamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro, nonché le modalità di verifica dell’efficacia della formazione durante l’attività lavorativa.

 

Soggetti Formatori

I soggetti formatori possono essere istituzionali (come Università, INAIL, INL, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Ordini e collegi professionali), accreditati (enti di formazione con accreditamento regionale), o altri soggetti quali Organismi Paritetici e associazioni sindacali dei datori di lavoro o dei lavoratori, e Fondi Interprofessionali di settore. I soggetti accreditati devono dimostrare almeno tre anni di esperienza documentata nella formazione sulla salute e sicurezza.

 

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Affrontare i rischi climatici sul lavoro: una nuova visione

Il nostro pianeta sta cambiando e con esso anche l’ambiente lavorativo. Il documento dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) intitolato “Garantire la salute e la sicurezza sul lavoro nel contesto dei cambiamenti climatici offre un’analisi dettagliata di questa trasformazione. Vediamo insieme i principali punti trattati nel rapporto.

Cambiamenti climatici: un impatto profondo sulla salute e sicurezza sul lavoro

L’effetto dei cambiamenti climatici sui lavoratori è evidente. Le condizioni lavorative sono sempre più influenzate da fenomeni meteorologici estremi, esposizioni a sostanze nocive e altri rischi derivanti dall’instabilità climatica. Nonostante ciò, molte normative internazionali sulla sicurezza sul lavoro faticano ad adattarsi a questa realtà mutevole, mettendo a rischio la salute e la vita dei lavoratori.

Analisi dei rischi climatici e delle relative risposte

Il rapporto dell’ILO esamina da vicino le principali minacce identificate e suggerisce politiche e normative per mitigarle. Si discutono i seguenti temi:

  • Ondate di Calore Estreme
  • Radiazioni Ultraviolette
  • Eventi Climatici Estremi
  • Inquinamento Atmosferico nei Luoghi di Lavoro
  • Malattie Trasmesse da Vettori
  • Uso di Sostanze Agrochimiche

Questi argomenti sono trattati in dettaglio, evidenziando le loro implicazioni per vari settori e fornendo esempi di risposte efficaci.

Sfide specifiche: calore e radiazioni ultraviolette

Il calore eccessivo è un rischio crescente per lavoratori in diversi settori, dall’agricoltura ai servizi ambientali. L’esposizione alle radiazioni ultraviolette, invece, colpisce principalmente coloro che lavorano all’aperto, aumentando il rischio di malattie della pelle e problemi agli occhi.

Migliorare la preparazione agli eventi meteorologici estremi

Fenomeni come uragani, inondazioni e incendi rappresentano rischi significativi per la sicurezza sul lavoro. È fondamentale migliorare la preparazione e la risposta a questi eventi, sia durante che dopo, per proteggere i lavoratori e le strutture.

Affrontare l’inquinamento atmosferico e le malattie trasmesse da vettori

L’inquinamento atmosferico e le malattie trasmesse da vettori sono altre sfide da considerare. L’esposizione a inquinanti atmosferici può causare gravi problemi di salute, mentre il cambiamento climatico favorisce la diffusione di malattie trasmesse da parassiti, virus e batteri.

Promuovere la sensibilizzazione e la formazione

La sensibilizzazione e la formazione sono fondamentali per informare i lavoratori sui rischi climatici e le migliori pratiche per affrontarli. Programmi di formazione specifici e linee guida tecniche sono strumenti essenziali per proteggere i lavoratori.

Risposte normative e politiche: un approccio coordinato

Politiche nazionali e internazionali stanno integrando sempre più questioni di sicurezza e salute sul lavoro con misure specifiche per affrontare i rischi climatici. La ricerca continua e le politiche basate su evidenze sono cruciali per affrontare queste sfide in modo efficace.

Gestione del rischio climatico sul luogo di lavoro

Infine, è responsabilità del datore di lavoro e dei servizi di prevenzione e protezione valutare e gestire il rischio climatico sul luogo di lavoro. La valutazione del microclima e l’implementazione di misure di prevenzione sono essenziali per garantire la sicurezza dei lavoratori.

Conclusioni

Affrontare i rischi climatici sul lavoro richiede un approccio integrato che coinvolga politiche di sicurezza, salute e risposta ai cambiamenti climatici. Solo con un impegno coordinato possiamo proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori in un mondo sempre più influenzato dai cambiamenti climatici.

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