Patente a punti per imprese edili: come funziona?

Patente a punti per imprese edili

Il D.L. 19/2024 introduce, all’articolo 29, comma 19 la “patente a crediti”, dal 1° ottobre 2024, per le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili. Le novità riportate sono inserite nel D.Lgs. 81/2008, sostituendo l’art. 27.

Scorriamo qui i punti principali in cui la patente si articola.

Come ottenere la patente a punti?

La patente è rilasciata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro in formato digitale con un punteggio iniziale di 30 crediti; i requisiti per il rilascio sono i seguenti:

  • Iscrizione alla Camera di Commercio;
  • Adempimento degli obblighi formativi;
  • Possesso del DURC;
  • Possesso del DVR;
  • Possesso del DURF.

Come funzionano i crediti?

In caso di violazioni, si avrà una decurtazione dei crediti così distribuita:

  • Violazioni di cui all’Allegato I (Dlgs 81/2008): 10 crediti
  • Violazioni che espongono i lavoratori a rischi: 7 crediti
  • Sanzioni di cui al decreto-legge 12/2002: 5 crediti
  • Infortuni sul lavoro:
    • Morte: 20 crediti;
    • Inabilità permanente: 15 crediti;
    • Inabilità temporanea > 40 giorni: 10 crediti;
  • Sospensione della patente in caso di infortuni gravi.

È prevista la possibilità di reintegro dei crediti tramite:

  • Frequenza di corsi di formazione: 5 crediti per corso;
  • Trascorsi 2 anni senza violazioni: 1 credito per anno;
  • Adozione di modelli di organizzazione e gestione: 5 crediti.

Quali sanzioni sono previste?

Sono inoltre previste sanzioni per l’operatività senza patente o con punteggio inferiore a 15:

  • Multa da 6.000 a 12.000 euro;
  • Esclusione dai lavori pubblici per 6 mesi.

Nel testo sono previste anche la creazione di una sezione apposita sul portale nazionale del sommerso per la gestione delle patentila possibilità di estendere il sistema ad altri ambiti di attività (già prevista nel testo previgente del D.L. 81/2008) e la possibilità di esenzione dalla patente per le imprese con attestato di qualificazione SOA.

Quali nuove responsabilità introduce?

Nelle ultime righe di questo articolo troviamo due modifiche puntuali, ma estremamente importanti, al D.Lgs. 81/2008 che riguardano le responsabilità da parte dei committenti o dei responsabili dei lavori, rispetto a questa nuova patente:

  • Articolo 90 (Obblighi del committente o del responsabile dei lavori), dove si aggiunge l’obbligo verifica del possesso della patente da parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi (aggiunta lettera “c” al comma 1);
  • Articolo 157 (Sanzioni per i committenti e i responsabili dei lavori): aumento delle sanzioni per la violazione degli articoli 90 (commi 7, 9, lettere b-bis) e c) e 101 (comma 1): da 711,92 a 2.562,91€.

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Formazione in materia di sicurezza: quando è obbligatoria?

Formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 6301/2024 del 13 febbraio 2024 ha ribadito l’importanza cruciale della formazione sulla sicurezza per la tutela dei lavoratori. La Corte ha chiarito che la formazione non è solo un’opzione per i datori di lavoro, ma un obbligo inderogabile, evidenziando che:

  1. Formazione specifica per le mansioni: Non basta un corso generico di sicurezza; è necessaria una formazione mirata ai rischi e alle procedure specifiche del lavoro che il dipendente svolgerà.
  2. Formatori qualificati: La formazione deve essere fornita da professionisti abilitati, non può essere sostituita dalla semplice trasmissione di nozioni da parte di colleghi più esperti.
  3. Tempestività della formazione: Il lavoratore deve ricevere la formazione prima di iniziare le sue mansioni. Non è accettabile assegnare un compito e solo successivamente fornire la formazione necessaria.
  4. Conseguenze della mancata formazione: La mancata formazione può comportare gravi conseguenze per il datore di lavoro. Nel caso esaminato, la Corte ha condannato l’amministratore unico e legale rappresentante della società per violazione dell’articolo 37 del D.Lgs. 81/2008.

Il caso

Il caso riguarda l’infortunio di un lavoratore interinale addetto alla lettura dei contatori, che ha subito gravi lesioni a seguito di un incidente sul lavoro. La Corte ha condannato l’amministratore unico e legale rappresentante della società per la quale lavorava il dipendente, evidenziando la mancanza di una formazione specifica in materia di sicurezza sul lavoro, contravvenendo all’articolo 37 del D.Lgs. 81/2008.

La Corte ha enfatizzato che la formazione sulla sicurezza deve essere specifica per le mansioni svolte e non può essere sostituita dalla semplice trasmissione di conoscenze da parte di colleghi più esperti. La negligenza in questo ambito è considerata una grave violazione delle normative di sicurezza, con conseguenze penali per i datori di lavoro.

La formazione come prevenzione

La sentenza ha chiarito che una formazione adeguata è fondamentale per prevenire gli infortuni sul lavoro. Nel caso specifico, l’infortunio avrebbe potuto essere evitato con una formazione specifica sui rischi connessi alla mansione del lavoratore. La Corte ha rilevato che il lavoratore aveva ricevuto solo un corso generale di sicurezza di 4 ore e non aveva ancora partecipato al corso di formazione specifica programmato per i giorni successivi.

Docenti qualificati

I docenti che impartiscono la formazione sulla sicurezza devono essere qualificati. La Corte ha criticato la pratica di trasmettere informazioni verbali o gestuali da parte di colleghi esperti, sottolineando che questa non può sostituire una formazione formale. I docenti devono possedere conoscenze tecniche adeguate per trasferire competenze effettive ai lavoratori, comprese le procedure operative sicure e l’uso corretto delle attrezzature e dei dispositivi di protezione individuale.

La formazione può salvare la vita

Questa sentenza è un chiaro avvertimento per tutte le aziende: investire in formazione sulla sicurezza non è solo un obbligo legale, ma un dovere morale per proteggere la salute e l’incolumità dei lavoratori. Un ambiente di lavoro sicuro è più produttivo e rappresenta un vantaggio competitivo per l’impresa.

Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che l’infortunio del lavoratore addetto alla lettura dei contatori avrebbe potuto essere evitato con una formazione specifica sui rischi connessi alla sua mansione.

Benefici di una formazione efficace

  • Riduce il rischio di infortuni sul lavoro e malattie professionali.
  • Migliora la consapevolezza e la conoscenza dei lavoratori sui rischi e le procedure di sicurezza.
  • Aumenta la produttività e l’efficienza.
  • Rafforza il morale e la motivazione dei lavoratori.
  • Migliora l’immagine e la reputazione dell’azienda.

Quale formazione è obbligatoria?

Tutti i lavoratori devono partecipare a una formazione iniziale suddivisa in due moduli:

  1. Formazione generale: durata di almeno 4 ore, valida per ogni tipo di impresa.
  2. Formazione specifica: durata variabile da 4 a 12 ore in base al settore economico (codice ATECO) e al livello di rischio. Questa formazione deve essere aggiornata ogni 5 anni con corsi di almeno 6 ore, includendo evoluzioni e innovazioni significative, applicazioni pratiche, approfondimenti giuridico-normativi, tecnici e organizzativo-gestionali sulla sicurezza, rischi e misure di prevenzione.

Conclusione

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la sicurezza sul lavoro non è un optional, ma un obbligo legale e morale che deve essere preso con la massima serietà. La formazione e l’informazione sono strumenti indispensabili per prevenire gli infortuni e salvaguardare la vita e l’integrità fisica dei lavoratori.

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