RENTRI: al via la seconda finestra per l’iscrizione al Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti

Dal 15 giugno al 14 agosto 2025 è attiva la seconda finestra temporale per l’iscrizione al RENTRI, il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti. Si tratta di un passaggio fondamentale per molte imprese ed enti che operano nel settore ambientale e produttivo, in linea con le nuove disposizioni normative.

 

Chi è obbligato a iscriversi al RENTRI in questa fase?

Devono iscriversi al RENTRI entro il 14 agosto 2025:

  • Enti e imprese che producono rifiuti pericolosi, con un numero di dipendenti compreso tra 11 e 50;
  • Enti e imprese produttori iniziali di rifiuti non pericolosi derivanti da attività industriali, artigianali o di trattamento di rifiuti, acque e fumi, con più di 10 e fino a 50 dipendenti.

 

Cosa comporta l’iscrizione al RENTRI?

L’adesione al RENTRI implica l’utilizzo di una piattaforma digitale per la gestione della tracciabilità dei rifiuti. In particolare, i soggetti obbligati dovranno:

  • Tenere i registri di carico e scarico in formato digitale;
  • Compilare e gestire i Formulari di Identificazione dei Rifiuti (FIR) attraverso la piattaforma RENTRI.

 

Quali sono le principali scadenze da ricordare?

  • Dal 4 novembre 2024: sarà possibile scaricare dal sito RENTRI il registro cartaceo, da adottare dal 13 febbraio 2025;
  • Dal 13 febbraio 2025: tutti i FIR, sia cartacei che digitali, dovranno essere vidimati digitalmente;
  • Dal 13 febbraio 2026: l’utilizzo dei FIR in formato digitale diventerà obbligatorio per tutti gli iscritti al RENTRI.

 

Hai bisogno di supporto?

Gli esperti ISAQ Consulting sono a disposizione per fornire chiarimenti, assistenza operativa e consulenza personalizzata sull’iscrizione al RENTRI e sulla gestione degli adempimenti ambientali.

Chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia oppure contattaci scrivendo a info@isaqconsulting.it o telefonando allo 0573 308142.

Sostenibilità e parità di genere. Le opportunità delle certificazioni per le PMI

Le piccole e medie imprese che implementano e certificano sistemi di gestione per la sostenibilità ambientale e la parità di genere possono beneficiare di numerosi vantaggi. Queste certificazioni non solo migliorano l’immagine aziendale, ma facilitano anche l’accesso a finanziamenti, agevolazioni e bandi pubblici. Le PMI certificate sono spesso preferite nei processi di selezione per bandi e gare d’appalto, poiché dimostrano un impegno concreto verso pratiche sostenibili e inclusive.

 

Sostenibilità ambientale: i vantaggi della certificazione UNI EN ISO 14001:2025 per le PMI

La certificazione ambientale UNI EN ISO 14001:2025 attesta che un’azienda ha implementato un sistema di gestione ambientale efficace, riducendo l’impatto ambientale delle proprie attività. Questo può tradursi in una maggiore efficienza operativa, riduzione dei costi e miglioramento della reputazione aziendale.

Le aziende certificate possono dimostrare ai clienti e agli stakeholder il loro impegno verso la sostenibilità, aumentando così la fiducia e la fedeltà del cliente. Inoltre, molte amministrazioni pubbliche e organizzazioni richiedono questa certificazione come requisito per partecipare a bandi e gare d’appalto. Un esempio su tutti sono i bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che premiano le aziende con certificazioni ambientali con punteggi aggiuntivi, facilitando l’accesso ai fondi.

Nel caso specifico della Regione Toscana, sono numerosi i casi di bandi e contributi che hanno facilitato e facilitano le imprese con certificazioni di sostenibilità ambientale. Tra questi, i contributi del Programma regionale FSE+ 2021-2027 per la Transizione Digitale ed Ecologica, e il recente bando PR FESR 2021-2027 azione 1.3.2. “Sovvenzioni per l’abbattimento degli interessi e delle commissioni di garanzia su finanziamenti di importo fino a 50 mila euro”, che prevede una specifica linea di sovvenzioni per progetti “green”.

 

Parità di genere: i vantaggi della certificazione UNI/PDR 125 per le PMI

La certificazione di un sistema di gestione della parità di genere UNI/PDR 125, invece, dimostra l’impegno dell’azienda nel promuovere l’uguaglianza di genere e creare un ambiente di lavoro inclusivo.

Questa certificazione prevede l’adozione di specifici indicatori di performance (KPI) in sei aree di valutazione, tra cui cultura e strategia, governance, processi, risorse umane, opportunità di crescita e inclusione delle donne, equità remunerativa e tutela della genitorialità.

Le aziende certificate possono accedere a contributi e agevolazioni specifiche, oltre a ottenere punteggi più alti nei bandi pubblici. Ad esempio, la Regione Lombardia offre contributi significativi alle PMI per coprire i costi di certificazione e migliorare la loro competitività; la Regione Puglia ha lanciato bandi che premiano le aziende con certificazioni di parità di genere, facilitando l’accesso ai finanziamenti. La Regione Toscana ha lanciato negli ultimi anni vari bandi a sostegno delle imprese che hanno deciso di implementare sistemi di gestione certificati UNI/PDR 125, nell’ambito del Programma regionale FSE 2014-2020 e del PNRR.

 

Altri vantaggi per le PMI delle certificazioni di sostenibilità ambientale e di parità di genere

Oltre ai vantaggi diretti in termini di accesso a finanziamenti e agevolazioni, le certificazioni di sostenibilità ambientale e di parità di genere possono anche migliorare la competitività delle PMI sul mercato. Le aziende certificate sono percepite come più responsabili e affidabili, attirando così nuovi clienti e partner commerciali. Inoltre, l’adozione di pratiche sostenibili e inclusive può portare a un miglioramento del clima aziendale, aumentando la soddisfazione e la produttività dei dipendenti.

In sintesi, le certificazioni di sostenibilità ambientale e di parità di genere rappresentano un investimento strategico per le PMI, migliorando la loro competitività e facilitando l’accesso a opportunità di finanziamento e agevolazioni. Le aziende che scelgono di certificarsi dimostrano un impegno concreto verso la sostenibilità e l’inclusione, ottenendo così un vantaggio competitivo significativo nel mercato odierno.

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

Finanza sostenibile: metodologie, informazioni e indicatori ambientali

La regolamentazione sulla finanza sostenibile ha introdotto obblighi informativi tanto estesi e complessi da richiedere un solido quadro di supporto tecnico per la loro implementazione. Questo supporto è essenziale per aiutare imprese e investitori a comprendere a fondo i contenuti e le modalità per generare le informazioni ambientali necessarie in conformità con i nuovi standard.

Il Documento Tecnico di ISPRA La sfida ambientale per la finanza sostenibile: metodologie, informazioni e indicatori ambientali nasce con l’obiettivo di fornire uno strumento operativo che offre supporto metodologico e orientamento nella rendicontazione della sostenibilità ambientale. Questo strumento è progettato per essere in linea con i nuovi standard europei, garantendo così che i dati prodotti siano affidabili e comparabili.

Il Documento Tecnico è stato creato per facilitare il processo di autovalutazione dei portatori di interesse. Esso assicura un approccio metodologico uniforme e scientificamente validato, che incrementa la trasparenza e l’affidabilità dei dati raccolti. Questo è fondamentale per migliorare la comparabilità delle informazioni ambientali tra diverse organizzazioni, promuovendo una maggiore coerenza nel reporting della sostenibilità.

 

Scarica il documento tecnico:

https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/documenti-tecnici/finanza-sostenibile

 

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

Reporting di sostenibilità: standard e organismi internazionali

Nel contesto dell’attuale scenario globale, la sostenibilità è diventata un concetto chiave per le aziende, le istituzioni e la società nel suo complesso. Con l’aumentare della consapevolezza sui problemi ambientali, sociali ed economici, c’è stata una crescente pressione per le organizzazioni affinché rendano conto del loro impatto e delle loro pratiche sostenibili.

In risposta a questa esigenza, sono emersi numerosi organismi internazionali finalizzati al reporting di sostenibilità, fornendo linee guida, standard e framework per aiutare le organizzazioni a comunicare in modo trasparente e coerente i loro sforzi in materia di sostenibilità.

 

Cosa è il reporting di sostenibilità

Il Reporting di Sostenibilità è il processo attraverso il quale un’organizzazione misura, comunica e rende pubblici i propri impatti ambientali, sociali ed economici. Questo tipo di reporting va oltre i tradizionali rendiconti finanziari, includendo informazioni sulle pratiche aziendali in ambiti come la gestione delle risorse naturali, le condizioni di lavoro, l’impatto sulla comunità e la governance aziendale.

 

Obiettivo del reporting di sostenibilità

L’obiettivo del reporting di sostenibilità è fornire una visione olistica delle prestazioni aziendali, evidenziando sia i successi sia le aree di miglioramento, al fine di promuovere una maggiore trasparenza, responsabilità e fiducia tra gli stakeholder.

 

Chi sono gli Organismi Internazionali e quale è il loro ruolo

Gli organismi internazionali dedicati al reporting di sostenibilità sono enti e istituzioni che sviluppano, promuovono e implementano standard e linee guida per la rendicontazione delle prestazioni ambientali, sociali ed economiche delle organizzazioni.

Tra i più rilevanti ci sono il Global Reporting Initiative (GRI), il Sustainability Accounting Standards Board (SASB), il Carbon Disclosure Project (CDP) e la Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD).

Il loro ruolo principale è quello di fornire framework standardizzati che le organizzazioni possono utilizzare per misurare e comunicare i loro impatti sostenibili. Questi organismi lavorano per garantire che le informazioni divulgate siano complete, accurate e comparabili, facilitando così la trasparenza, la responsabilità e la fiducia tra gli stakeholder globali. Inoltre, promuovono la consapevolezza e l’adozione di pratiche sostenibili a livello internazionale, contribuendo a guidare la transizione verso un’economia più sostenibile e resiliente.

 

Gli Organismi Internazionali chiave

Global Reporting Initiative (GRI)

Fondato nel 1997, il GRI è diventato uno dei principali standard per il reporting di sostenibilità a livello globale. Il suo framework fornisce linee guida esaustive per la comunicazione di informazioni ambientali, sociali ed economiche, consentendo alle organizzazioni di identificare, misurare e gestire i loro impatti sostenibili in modo coerente.

Sustainability Accounting Standards Board (SASB)

Il SASB si concentra sull’integrazione delle informazioni finanziarie e non finanziarie per fornire una visione completa delle prestazioni aziendali in materia di sostenibilità. I suoi standard sono settoriali e consentono alle aziende di comunicare in modo efficace l’impatto delle loro attività su questioni specifiche legate alla sostenibilità.

Carbon Disclosure Project (CDP)

Il CDP si focalizza sull’analisi e sulla divulgazione dei dati relativi alle emissioni di gas serra e al cambiamento climatico. Le aziende che partecipano al CDP forniscono informazioni dettagliate sulle loro emissioni e sulle strategie per mitigare il loro impatto ambientale.

Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD)

Creato dal Financial Stability Board (FSB), il TCFD fornisce linee guida volontarie per la divulgazione di informazioni finanziarie relative al clima. Le sue raccomandazioni incoraggiano le aziende a rivelare come le considerazioni climatiche influenzano la loro strategia, la governance, la gestione del rischio e le metriche di performance.

 

Vantaggi del reporting di sostenibilità

  • Migliora la trasparenza: Il reporting di sostenibilità fornisce un quadro chiaro delle pratiche aziendali e dei relativi impatti sulla sostenibilità.
  • Guida alla gestione del rischio: Identifica rischi e opportunità legati alla sostenibilità, consentendo alle organizzazioni di sviluppare strategie di gestione del rischio più efficaci.
  • Attrattiva per gli investitori: Le aziende che comunicano in modo trasparente le loro prestazioni sostenibili sono più attraenti per gli investitori che considerano l’impatto ambientale e sociale come parte integrante delle decisioni di investimento.
  • Promuove l’innovazione: La divulgazione di informazioni sostenibili incoraggia le aziende a sviluppare soluzioni innovative per affrontare sfide ambientali e sociali.

 

Conclusioni

Gli organismi internazionali finalizzati al reporting di sostenibilità svolgono un ruolo fondamentale nel fornire linee guida e standard per aiutare le organizzazioni a comunicare in modo trasparente e accurato le loro prestazioni sostenibili.

Adottare pratiche di reporting di sostenibilità non solo favorisce la trasparenza e la responsabilità, ma può anche portare a vantaggi tangibili come una migliore reputazione aziendale, l’attrazione di investimenti e la stimolazione dell’innovazione. In un mondo sempre più consapevole della necessità di proteggere l’ambiente e promuovere il benessere sociale, il reporting di sostenibilità è diventato un elemento chiave per la creazione di valore a lungo termine per le aziende e la società nel suo complesso.

 

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

F-GAS: nuove regole dal 1° gennaio 2025

L’11 marzo 2024 è entrato in vigore il regolamento (UE) 2024/573 concernente i gas fluorurati a effetto serra (cosiddetti F-GAS), che abroga il precedente regolamento (UE) 2014/517, con l’obiettivo di eliminare progressivamente questo tipo di gas con impatto climalterante e incentivare l’uso di alternative naturali e a basso impatto climatico.

Tra le novità più importanti, si evidenzia il fatto che, ai sensi dell’articolo 19 del nuovo regolamento, dal 1° gennaio 2025 anche gli aerosol dosatori per la somministrazione di ingredienti farmaceutici (es. gli inalatori per asma e malattie respiratorie), caricati con idrofluorocarburi HFC (principalmente si tratta del R134a) non potranno essere immessi sul mercato, a meno che gli HFC non siano contabilizzati nell’ambito del sistema di quote. Questa specifica applicazione era finora esentata dal sistema quote CO2 ai sensi dell’articolo 15, paragrafo 2, comma 2, lettera f) del regolamento (UE) 517/2014, che però è abrogato.

Secondo l’articolo 37 del nuovo regolamento, le “disposizioni transitorie” sono le seguenti:

  • l’articolo 12 del regolamento (UE) n. 517/2014, concernente le norme di “etichettatura e informazioni sui prodotti e sulle apparecchiature” con F-GAS applicabile il 10 marzo 2024, continua ad applicarsi fino al 31 dicembre 2024;
  • l’articolo 14, paragrafo 2, comma 2 (disposizioni sulla “Precarica delle apparecchiature con idrofluorocarburi”) e l’articolo 19 del regolamento (UE) n. 517/2014 (disposizioni sulle “Comunicazioni sulla produzione, l’importazione, l’esportazione, l’uso” di F-GAS) applicabile il 10 marzo 2024, continuano ad applicarsi per quanto riguarda il periodo di dichiarazione dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023;
  • la quota assegnata a norma dell’articolo 16, paragrafo 5, del regolamento (UE) n. 517/2014 rimane valida ai fini del rispetto del nuovo regolamento;
  • come scritto in precedenza, l’esenzione degli idrofluorocarburi usati per inalatori medici di cui all’articolo 15, paragrafo 2, secondo comma, lettera f), del regolamento (UE) n. 517/2014 si applica fino al 31 dicembre 2024.

Si rimanda al nuovo regolamento (UE) 2024/573 per ulteriori approfondimenti.

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

Bilancio di sostenibilità per le PMI: perché è importante?

La crescente consapevolezza dell’importanza della sostenibilità ha catalizzato un cambiamento significativo nel panorama aziendale degli ultimi anni. A essere al centro di questa trasformazione sono le Piccole e Medie Imprese (PMI), le quali stanno gradualmente abbracciando il concetto di bilancio di sostenibilità come una risorsa strategica piuttosto che una mera formalità.

 

Perché le PMI dovrebbero occuparsi di sostenibilità?

Le PMI, forse più delle grandi imprese, sono agili e capaci di adattarsi rapidamente alle mutevoli condizioni del mercato. Questa flessibilità, combinata con una struttura organizzativa snella e una forte propensione all’innovazione, le posiziona come un pilastro cruciale dell’economia in molte nazioni. Nonostante le loro risorse limitate, le PMI dimostrano una resilienza sorprendente, e ciò le rende particolarmente adatte a cogliere le opportunità derivanti dalla sostenibilità.

 

Il bilancio di sostenibilità e le PMI

Ma cos’è esattamente un bilancio di sostenibilità e perché è diventato così rilevante per le PMI? Questo strumento va oltre la mera comunicazione finanziaria tradizionale, offrendo una panoramica completa delle performance ambientali, sociali ed economiche di un’azienda. È un documento che riflette l’impatto dell’azienda sull’ambiente e sulla società, mostrando come essa gestisce le risorse e le relazioni per creare valore nel lungo termine.

 

Bilancio di sostenibilità: i vantaggi per le PMI

Per le PMI, adottare un bilancio di sostenibilità non è solo una dimostrazione di responsabilità sociale, ma anche una mossa strategica intelligente che porta numerosi vantaggi tangibili. Oltre a migliorare la reputazione e la fiducia presso clienti, fornitori e investitori, il bilancio di sostenibilità può facilitare l’accesso ai finanziamenti e stimolare l’efficienza operativa attraverso una maggiore consapevolezza delle performance ambientali e sociali.

Inoltre, essere in grado di dimostrare conformità normativa in un contesto sempre più regolamentato è un vantaggio non trascurabile per le PMI. La trasparenza e l’attenzione alla sostenibilità non solo garantiscono il rispetto delle leggi e dei regolamenti, ma possono anche ridurre il rischio di sanzioni e migliorare la gestione complessiva del rischio aziendale.

In definitiva, il vantaggio più significativo del bilancio di sostenibilità per le PMI è la sua capacità di stimolare l’innovazione e la crescita. Le pratiche sostenibili non solo riducono l’impatto ambientale, ma possono anche aprire nuove opportunità di mercato e differenziare le PMI dalla concorrenza.

 

In conclusione, il bilancio di sostenibilità rappresenta una risorsa preziosa per le PMI che desiderano prosperare in un’economia sempre più orientata alla sostenibilità. Non è solo una questione di responsabilità sociale, ma anche di sopravvivenza e successo nel lungo termine.

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

Webinar 14 luglio: Modello organizzativo 231 e criteri di ecosostenibilità

Quali vantaggi comporta per le PMI l’integrazione tra i modelli di prevenzione dei reati e i criteri di ecosostenibilità?

Le connessioni tra le logiche del D.lgs. 231/01 e l’adozione dei modelli di business ecosostenibile sono molteplici. Il quadro normativo attuale richiede lo sviluppo di piani di sostenibilità per governare specifiche aree di rischio, creando vantaggi competitivi.

Ma in cosa consiste il modello 231? E quali opportunità fornisce un approccio sostenibile?

Per avere tutte le risposte, non perderti l’appuntamento giovedì 14 luglio dalle 14:30 alle 16:30 in aula virtuale Zoom, in collaborazione con ESG Italia.

Con l’intervento di professionisti del settore, parleremo di:

Avv. Francesca Donati, Consulente Isaq Consulting – “Il modello organizzativo 231: inquadramento introduttivo generale
Dott. Corrado Bei, Managing Director ESG Italia – “Il D.Lgs. 231/2001 e criteri ESG: Un approccio integrato. L’importanza della governance e della gestione dei rischi nel nuovo paradigma ecosostenibile
Avv. Aurora Cavo, Consulente Isaq Consulting – “Il MOG e le sfide della responsabilità tra compliance e sostenibilità
Avv. Lavinia Vizzoni, Consulente Isaq Consulting, e Dott. Corrado Bei – Conclusioni e prospettive
Question Time 

Per partecipare iscriviti gratuitamente al form di seguito: https://forms.office.com/r/A3jNPieMXr

RICHIEDI L’AUDIT AMBIENTALE PER LA TUA AZIENDA

Verifica la conformità della tua impresa sulle normative previste in materia di ambiente.
Come?
Con l’AUDIT AMBIENTALE di Isaq Consulting, il servizio che analizza in modo approfondito l’impatto che la tua azienda ha sull’ambiente esterno e individua eventuali correttivi da introdurre in materia di:

  • Rifiuti
  • Emissioni in atmosfera
  • Scarichi idrici
  • Rumore esterno
  • Suolo

In cosa consiste il servizio?
1. Analisi in sede aziendale: l’audit ambientale è svolto da un professionista del settore direttamente in azienda. Qui effettua un’analisi dettagliata dell’impatto che i processi interni hanno sull’ambiente circostante.
2. Report: Lo stesso professionista, una volta conclusa la visita, realizza un riepilogo della situazione aziendale e individua eventuali correttivi da adottare per allinearsi al quadro normativo di riferimento.

Vuoi richiedere un Audit ambientale gratuito?
https://cutt.ly/MmAWCKK

Per informazioni:
tel. 0573308142 interno 1 (Chiara Sartucci)

TUTELA AMBIENTALE E ADEGUAMENTI NORMATIVI: RICHIEDI IL TUO CHECK UP GRATUITO

Isaq Consulting assiste le aziende negli adeguamenti normativi in materia di tutela ambientale.

In particolare,  attraverso la collaborazione con tecnici specializzati nel settore, offre un servizio di assistenza continuativa, nelle seguenti materie:

– gestione dei rifiuti  (corretta attribuzione dei codici CER, tenuta reg. carico e scarico, denuncia Mud/RAEE..);
– Trasporto rifiuti (pratiche albo gestori ambientali;
– Richiesta e gestione dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, agli scarichi idrici, trattamento rifiuti;
– Valutazioni previsionali e di impatto acustico;
– Implementazione dei sistemi di gestione ambientali;
– Assistenza continuativa per la gestione delle prescrizioni degli atti autorizzatori;
– Consulenza in materia di gestione dell’amianto;

Per verificare con l’imprenditore l’attuale stato di conformità dell’azienda rispetto alle normative ambientali vigenti, Isaq Consulting offre un check up gratuito utile ad evitare le sanzioni previste in mancato rispetto degli obblighi previsti.

Richiedi il tuo check up gratuito Tel. 0573/308142.

 

Gas Fluorurati, nuovi obblighi dal 24 settembre 2019

Il 09 gennaio 2019 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il D.P.R. 146 del 16 novembre 2018 sui gas fluorurati ad effetto serra (F-GAS), che dà attuazione al regolamento (UE) n. 517/2014, ed ha abrogato il D.P.R. 43/2012 e il regolamento UE 842/2006.

Con tale decreto è abrogata la consueta Dichiarazione FGAS con scadenza 31 maggio 2019 e le Imprese devono trasmettere le informazioni F-GAS in banca dati entro 30 gg dall’intervento a partire dal 24 Settembre 2019, la dichiarazione annuale non è più prevista a partire dal 2019.

L’obbligo decorre dal 24 settembre 2019 per le imprese o le persone fisiche certificate che eseguono:

– installazione di apparecchiature fisse di refrigerazione, di condizionamento d’aria, pompe di calore fisse;

– interventi di controllo delle perdite, di manutenzione o di riparazione delle apparecchiature, di cui al punto precedente, già installate;

– attività di smantellamento delle apparecchiature sopra citate.

 

Le informazioni che tali soggetti dovranno comunicare entro 30 giorni dalla data di intervento, sono (Art. 16 del D.P.R. 146 del 16 novembre 2018):

  1. a) numero e data della fattura o dello scontrino di acquisto dell’apparecchiatura;
  2. b) anagrafica dell’operatore;
  3. c) data e luogo di installazione;
  4. d) tipologia di apparecchiatura;
  5. e) codice univoco di identificazione dell’apparecchiatura;
  6. f) quantità e tipologia di gas fluorurati a effetto serra presenti e eventualmente aggiunti durante l’installazione;
  7. g) nome e indirizzo dell’impianto di riciclaggio o rigenerazione e, ove del caso, il numero di certificato, se le quantità di gas fluorurati a effetto serra installati sono state riciclate o rigenerate;
  8. h) dati identificativi della persona fisica certificata o dell’impresa certificata che ha effettuato l’installazione;
  9. i) eventuali osservazioni.