Lista di Conformità INL e controlli in azienda

L’attestato di merito al datore di lavoro virtuoso è rilasciato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) se, chiusa un’ispezione in materia di lavoro e legislazione sociale, compresa la sicurezza sul lavoro, non siano emerse violazioni o irregolarità.

 

Lista di Conformità INL: che cos’è e come funziona?

L’attestato comporta l’iscrizione nella Lista di conformità INL, online, pubblicamente consultabile e mette il datore di lavoro al riparo dalla duplicazione delle visite ispettive.

Infatti, per un periodo di 12 mesi dall’iscrizione alla Lista, non è sottoposto a ulteriori verifiche da parte dell’INL nelle stesse materie oggetto dell’accertamento che ha dato luogo al rilascio dell’attestato. Fanno eccezione le verifiche sulla sicurezza del lavoro e le richieste d’intervento, nonché le attività d’indagine disposte dalla procura della Repubblica.

Qualora venga a conoscenza di violazioni o irregolarità durante il periodo di validità dell’attestato, l’INL dispone l’immediata cancellazione dalla lista del datore di lavoro.

 

Lista di conformità INL: da quando è in vigore?

È quanto prevede l’art. 29, c. 7-9, DL 2 marzo 2024 n. 19, pubblicato in GU n. 52 del 2 marzo 2024 e in vigore dallo stesso giorno.

La lista di conformità, al momento, non è ancora operativa. È prevista l’emanazione di un provvedimento specifico da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che fornirà informazioni specifiche circa la struttura dell’elenco e la gestione operativa.

 

I vantaggi dell’attestato di merito

Con questo decreto PNRR, si intende premiare le aziende virtuose in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ovvero che quelle che, a fronte di una visita ispettiva, siano risultate in regola e immuni da violazioni legali e contrattuali.

Oltre all’ “immunità” di 12 mesi, con la pubblicazione sul sito istituzionale dell’INL del nome dell’impresa virtuosa, si intende inoltre offrire un vantaggio in termini di reputazione. Chiunque può, infatti, consultare l’elenco, utilizzandolo come strumento di selezione delle imprese che possono essere ritenute più affidabili.

L’attestato di merito al datore di lavoro virtuoso è, dunque, anche uno strumento per rafforzare la credibilità dell’impresa e potenziarne, quindi, la competitività sul mercato.

 

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

Reporting di sostenibilità: standard e organismi internazionali

Nel contesto dell’attuale scenario globale, la sostenibilità è diventata un concetto chiave per le aziende, le istituzioni e la società nel suo complesso. Con l’aumentare della consapevolezza sui problemi ambientali, sociali ed economici, c’è stata una crescente pressione per le organizzazioni affinché rendano conto del loro impatto e delle loro pratiche sostenibili.

In risposta a questa esigenza, sono emersi numerosi organismi internazionali finalizzati al reporting di sostenibilità, fornendo linee guida, standard e framework per aiutare le organizzazioni a comunicare in modo trasparente e coerente i loro sforzi in materia di sostenibilità.

 

Cosa è il reporting di sostenibilità

Il Reporting di Sostenibilità è il processo attraverso il quale un’organizzazione misura, comunica e rende pubblici i propri impatti ambientali, sociali ed economici. Questo tipo di reporting va oltre i tradizionali rendiconti finanziari, includendo informazioni sulle pratiche aziendali in ambiti come la gestione delle risorse naturali, le condizioni di lavoro, l’impatto sulla comunità e la governance aziendale.

 

Obiettivo del reporting di sostenibilità

L’obiettivo del reporting di sostenibilità è fornire una visione olistica delle prestazioni aziendali, evidenziando sia i successi sia le aree di miglioramento, al fine di promuovere una maggiore trasparenza, responsabilità e fiducia tra gli stakeholder.

 

Chi sono gli Organismi Internazionali e quale è il loro ruolo

Gli organismi internazionali dedicati al reporting di sostenibilità sono enti e istituzioni che sviluppano, promuovono e implementano standard e linee guida per la rendicontazione delle prestazioni ambientali, sociali ed economiche delle organizzazioni.

Tra i più rilevanti ci sono il Global Reporting Initiative (GRI), il Sustainability Accounting Standards Board (SASB), il Carbon Disclosure Project (CDP) e la Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD).

Il loro ruolo principale è quello di fornire framework standardizzati che le organizzazioni possono utilizzare per misurare e comunicare i loro impatti sostenibili. Questi organismi lavorano per garantire che le informazioni divulgate siano complete, accurate e comparabili, facilitando così la trasparenza, la responsabilità e la fiducia tra gli stakeholder globali. Inoltre, promuovono la consapevolezza e l’adozione di pratiche sostenibili a livello internazionale, contribuendo a guidare la transizione verso un’economia più sostenibile e resiliente.

 

Gli Organismi Internazionali chiave

Global Reporting Initiative (GRI)

Fondato nel 1997, il GRI è diventato uno dei principali standard per il reporting di sostenibilità a livello globale. Il suo framework fornisce linee guida esaustive per la comunicazione di informazioni ambientali, sociali ed economiche, consentendo alle organizzazioni di identificare, misurare e gestire i loro impatti sostenibili in modo coerente.

Sustainability Accounting Standards Board (SASB)

Il SASB si concentra sull’integrazione delle informazioni finanziarie e non finanziarie per fornire una visione completa delle prestazioni aziendali in materia di sostenibilità. I suoi standard sono settoriali e consentono alle aziende di comunicare in modo efficace l’impatto delle loro attività su questioni specifiche legate alla sostenibilità.

Carbon Disclosure Project (CDP)

Il CDP si focalizza sull’analisi e sulla divulgazione dei dati relativi alle emissioni di gas serra e al cambiamento climatico. Le aziende che partecipano al CDP forniscono informazioni dettagliate sulle loro emissioni e sulle strategie per mitigare il loro impatto ambientale.

Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD)

Creato dal Financial Stability Board (FSB), il TCFD fornisce linee guida volontarie per la divulgazione di informazioni finanziarie relative al clima. Le sue raccomandazioni incoraggiano le aziende a rivelare come le considerazioni climatiche influenzano la loro strategia, la governance, la gestione del rischio e le metriche di performance.

 

Vantaggi del reporting di sostenibilità

  • Migliora la trasparenza: Il reporting di sostenibilità fornisce un quadro chiaro delle pratiche aziendali e dei relativi impatti sulla sostenibilità.
  • Guida alla gestione del rischio: Identifica rischi e opportunità legati alla sostenibilità, consentendo alle organizzazioni di sviluppare strategie di gestione del rischio più efficaci.
  • Attrattiva per gli investitori: Le aziende che comunicano in modo trasparente le loro prestazioni sostenibili sono più attraenti per gli investitori che considerano l’impatto ambientale e sociale come parte integrante delle decisioni di investimento.
  • Promuove l’innovazione: La divulgazione di informazioni sostenibili incoraggia le aziende a sviluppare soluzioni innovative per affrontare sfide ambientali e sociali.

 

Conclusioni

Gli organismi internazionali finalizzati al reporting di sostenibilità svolgono un ruolo fondamentale nel fornire linee guida e standard per aiutare le organizzazioni a comunicare in modo trasparente e accurato le loro prestazioni sostenibili.

Adottare pratiche di reporting di sostenibilità non solo favorisce la trasparenza e la responsabilità, ma può anche portare a vantaggi tangibili come una migliore reputazione aziendale, l’attrazione di investimenti e la stimolazione dell’innovazione. In un mondo sempre più consapevole della necessità di proteggere l’ambiente e promuovere il benessere sociale, il reporting di sostenibilità è diventato un elemento chiave per la creazione di valore a lungo termine per le aziende e la società nel suo complesso.

 

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

Nuovi valori limite per piombo e diisocianati

In vigore dall’8 aprile 2024 la Direttiva (UE) 2024/869 del 13 marzo 2024 “recante modifica della direttiva 2004/37/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e della direttiva 98/24/CE del Consiglio per quanto riguarda i valori limite per il piombo e i suoi composti inorganici e per i diisocianati”.

Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per adeguarsi alla direttiva entro il 9 aprile 2026.

 

Piombo e suoi composti inorganici

Il valore limite di esposizione professionale e il valore limite biologico del piombo e dei suoi composti inorganici indicati nella Direttiva 98/24/CE e nella Direttiva 2004/37/CE non tengono conto dei più recenti sviluppi scientifici e tecnici e delle nuove conoscenze che consentono di rafforzare la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione professionale a tali sostanze, che sono reprotossiche ossia possono nuocere alla riproduzione.

 

Diisocianati

I diisocianati sono sensibilizzanti della pelle e delle vie respiratorie con possibili effetti nocivi sulla salute respiratoria, nonché causare malattie cutanee professionali. I diisocianati sono considerati agenti chimici pericolosi ai sensi dell’articolo 2, lettera b), della Direttiva 98/24/CE, e attualmente per essi non esiste alcun valore limite di esposizione professionale o valore limite di esposizione di breve durata obbligatorio a livello dell’Unione.

 

I nuovi valori limite per piombo e diisocianati

La recente Direttiva (UE) 2024/869 va a modificare le direttive n. 98/24/CE sugli agenti chimici e n. 2004/37/CE sugli agenti cancerogeni, mutageni e reprotossici stabilendo nuovi limiti di esposizione professionale per il piombo e i diisocianati, aggiornando le normative esistenti sugli agenti chimici e cancerogeni.

 

In particolare:

 

  • il limite di esposizione professionale per il piombo viene abbassato a 0,03 mg/m³ (era 0,15 mg/m³) in relazione a un periodo di riferimento di 8 ore, e il limite biologico a 30 µg Pb/100 ml di sangue, che verrà ridotto ulteriormente dal 1° gennaio 2029 a 15 µg Pb/100 ml.
  • per i diisocianati, fino al 31 dicembre 2028 si applicano un valore limite di 10 μg NCO/m³ in relazione a un periodo di riferimento di 8 ore e un valore limite di esposizione di breve durata di 20 μg NCO/m³. Dal 1° gennaio 2029 saranno introdotti nuovi limiti di esposizione giornalieri e per brevi periodi, rispettivamente pari a 6 μg NCO/m³ sul periodo di riferimento delle 8 ore e a 12 μg NCO/m³ sulla breve durata di 15 minuti.

La definizione di “agente mutageno”

La definizione di “agente mutageno” indicata all’articolo 2, lettera b) della direttiva 2004/37/CE è stata aggiornata dalla nuova Direttiva (UE) 2024/869 per includere sostanze o miscele che influenzano le cellule germinali.

Di seguito riportiamo una tabella di confronto tra la definizione precedente e quella nuova:

 

Direttiva 2004/37/CE (precedente definizione)  Direttiva (UE) 2024/869 (nuova definizione) 
b) «agente mutageno»:

i) una sostanza che risponde ai criteri di classificazione nella categoria 1 o 2 degli agenti mutageni, come stabilito nell’allegato VI della direttiva 67/548/CEE;

ii) un preparato costituito da una o più delle sostanze di cui al punto i) allorché la concentrazione di una o più delle singole sostanze risponde ai requisiti previsti in materia di limiti di concentrazione per la classificazione di un preparato nella categoria 1 o 2 degli agenti mutageni, come stabilito:

  • nell’allegato I della direttiva 67/548/CEE, o
  • nell’allegato II, parte B, della direttiva 1999/45/CE, nel caso in cui la sostanza o le sostanze non figurino nell’allegato I della direttiva 67/548/CEE o vi figurino senza limiti di concentrazione;
b) «agente mutageno»:

i) una sostanza o miscela corrispondente ai criteri di classificazione come agente mutageno di cellule germinali di categoria 1A o 1B di cui all’allegato I del regolamento (CE) n. 1272/2008;

ii) una sostanza, miscela o procedimento di cui all’allegato I della presente direttiva, nonché una sostanza o miscela liberata nel corso di un processo di cui allo stesso allegato;

 

Inoltre, la Commissione si impegna a valutare l’interazione tra vari agenti chimici per potenziali linee guida comunitarie e a rivedere periodicamente i limiti di esposizione per il piombo e i suoi composti, oltre a stabilire protocolli per la sorveglianza sanitaria, specialmente per la protezione delle lavoratrici in età fertile.

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F-GAS: nuove regole dal 1° gennaio 2025

L’11 marzo 2024 è entrato in vigore il regolamento (UE) 2024/573 concernente i gas fluorurati a effetto serra (cosiddetti F-GAS), che abroga il precedente regolamento (UE) 2014/517, con l’obiettivo di eliminare progressivamente questo tipo di gas con impatto climalterante e incentivare l’uso di alternative naturali e a basso impatto climatico.

Tra le novità più importanti, si evidenzia il fatto che, ai sensi dell’articolo 19 del nuovo regolamento, dal 1° gennaio 2025 anche gli aerosol dosatori per la somministrazione di ingredienti farmaceutici (es. gli inalatori per asma e malattie respiratorie), caricati con idrofluorocarburi HFC (principalmente si tratta del R134a) non potranno essere immessi sul mercato, a meno che gli HFC non siano contabilizzati nell’ambito del sistema di quote. Questa specifica applicazione era finora esentata dal sistema quote CO2 ai sensi dell’articolo 15, paragrafo 2, comma 2, lettera f) del regolamento (UE) 517/2014, che però è abrogato.

Secondo l’articolo 37 del nuovo regolamento, le “disposizioni transitorie” sono le seguenti:

  • l’articolo 12 del regolamento (UE) n. 517/2014, concernente le norme di “etichettatura e informazioni sui prodotti e sulle apparecchiature” con F-GAS applicabile il 10 marzo 2024, continua ad applicarsi fino al 31 dicembre 2024;
  • l’articolo 14, paragrafo 2, comma 2 (disposizioni sulla “Precarica delle apparecchiature con idrofluorocarburi”) e l’articolo 19 del regolamento (UE) n. 517/2014 (disposizioni sulle “Comunicazioni sulla produzione, l’importazione, l’esportazione, l’uso” di F-GAS) applicabile il 10 marzo 2024, continuano ad applicarsi per quanto riguarda il periodo di dichiarazione dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023;
  • la quota assegnata a norma dell’articolo 16, paragrafo 5, del regolamento (UE) n. 517/2014 rimane valida ai fini del rispetto del nuovo regolamento;
  • come scritto in precedenza, l’esenzione degli idrofluorocarburi usati per inalatori medici di cui all’articolo 15, paragrafo 2, secondo comma, lettera f), del regolamento (UE) n. 517/2014 si applica fino al 31 dicembre 2024.

Si rimanda al nuovo regolamento (UE) 2024/573 per ulteriori approfondimenti.

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Patente a crediti nei cantieri edili dal 1° ottobre 2024

Al via dal 1° ottobre 2024 la “patente a crediti” per imprese e lavoratori autonomi operanti nei cantieri temporanei o mobili.

A seguito della pubblicazione del DM 18 settembre 2024, che introduce il nuovo regolamento per il conseguimento della patente a crediti, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha pubblicato la Circolare n. 4 del 23 settembre 2024 che definisce i diversi profili applicativi concernenti il rilascio e la gestione della patente.

 

Riferimenti normativi

Articolo 27 del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81

Legge 29 aprile 2024, n. 56

D.M. 18 settembre 2024 n. 132

Circolare INL n. 4 del 23 settembre 2024

 

Soggetti interessati

Le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili di cui all’articolo 89, comma 1, lettera a), ad esclusione di coloro che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale.

 

Esclusioni

Le imprese in possesso dell’attestazione di qualificazione SOA, in classifica pari o superiore alla III, di cui all’art. 100, comma 4, del D.lgs. n. 36/2023.

 

Requisiti richiesti

  1. iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura;
  2. adempimento, da parte dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti, dei lavoratori autonomi e dei prestatori di lavoro, degli obblighi formativi previsti dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81;
  3. possesso del documento unico di regolarità contributiva incorso di validità’;
  4. possesso del documento di valutazione dei rischi, nei casi previsti dalla normativa vigente;
  5. possesso della certificazione di regolarità fiscale, di cui all’articolo 17-bis, commi 5 e 6, del decreto legislativo 9 luglio1997, n. 241, nei casi previsti dalla normativa vigente;
  6. avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, nei casi previsti dalla normativa vigente.

 

Modalità operative

La patente è rilasciata in formato digitale accedendo al portale dell’Ispettorato nazionale del lavoro attraverso SPID personale o CIE.

Sono considerati lavoratori autonomi anche le imprese individuali senza lavoratori.

Il portale sarà operativo dal 1° ottobre 2024.

In una prima fase, in attesa dell’operatività del portale, sarà comunque possibile presentare, utilizzando il modello predisposto da INL, una autocertificazione del possesso dei requisiti: l’autocertificazione dovrà essere inviata tramite la propria PEC all’indirizzo dichiarazionepatente@pec.ispettorato.gov.it

Tale modalità ha efficacia fino al 31 ottobre 2024 e vincola l’operatore a presentare la domanda per il rilascio della patente mediante il portale INL entro la stessa data.

A partire dal 1° novembre 2024 sarà indispensabile, per operare in cantiere, aver effettuato la richiesta tramite il portale anche se è stata inviata precedentemente la PEC.

 

Attribuzione dei crediti

La patente al momento della richiesta è dotata di un punteggio di 30 crediti che possono essere incrementati fino al massimo di 100 crediti secondo i criteri stabiliti dal DM 18 settembre 2024 n. 132.

 

Decurtazione dei crediti

È prevista la decurtazione del punteggio dei crediti nel caso in cui siano accertati provvedimenti definitivi, ovvero le sentenze passate in giudicato e le ordinanze-ingiunzione divenute definitive, nei confronti di datori di lavoro, dirigenti e preposti delle imprese o dei lavoratori autonomi, nei casi previsti all’allegato I-bis del D.Lgs. 81/2008.

Nel caso in cui il punteggio dei crediti sia inferiore a 15 non sarà possibile continuare ad operare in cantiere, salvo completare le attività in corso di esecuzione se i lavori eseguiti siano superiori al 30% del valore del contratto.

 

Sanzioni per crediti insufficienti

L’impresa o il lavoratore autonomo che operi in cantiere senza la patente o con un patente che non sia dotata di almeno 15 crediti, potrà essere oggetto di una sanzione amministrativa pari al 10% del valore dei lavori affidati nello specifico cantiere e comunque non inferiore a € 6.000 e l’esclusione dalla partecipazione ai lavori pubblici per 6 mesi.

 

Recupero dei crediti

È possibile il recupero dei crediti in caso il punteggio sia inferiore a 15 tramite una procedura per cui è necessario ricorrere alla valutazione di una commissione territoriale composta da rappresentati dell’INL e dell’INAIL.

 

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Bilancio di sostenibilità per le PMI: perché è importante?

La crescente consapevolezza dell’importanza della sostenibilità ha catalizzato un cambiamento significativo nel panorama aziendale degli ultimi anni. A essere al centro di questa trasformazione sono le Piccole e Medie Imprese (PMI), le quali stanno gradualmente abbracciando il concetto di bilancio di sostenibilità come una risorsa strategica piuttosto che una mera formalità.

 

Perché le PMI dovrebbero occuparsi di sostenibilità?

Le PMI, forse più delle grandi imprese, sono agili e capaci di adattarsi rapidamente alle mutevoli condizioni del mercato. Questa flessibilità, combinata con una struttura organizzativa snella e una forte propensione all’innovazione, le posiziona come un pilastro cruciale dell’economia in molte nazioni. Nonostante le loro risorse limitate, le PMI dimostrano una resilienza sorprendente, e ciò le rende particolarmente adatte a cogliere le opportunità derivanti dalla sostenibilità.

 

Il bilancio di sostenibilità e le PMI

Ma cos’è esattamente un bilancio di sostenibilità e perché è diventato così rilevante per le PMI? Questo strumento va oltre la mera comunicazione finanziaria tradizionale, offrendo una panoramica completa delle performance ambientali, sociali ed economiche di un’azienda. È un documento che riflette l’impatto dell’azienda sull’ambiente e sulla società, mostrando come essa gestisce le risorse e le relazioni per creare valore nel lungo termine.

 

Bilancio di sostenibilità: i vantaggi per le PMI

Per le PMI, adottare un bilancio di sostenibilità non è solo una dimostrazione di responsabilità sociale, ma anche una mossa strategica intelligente che porta numerosi vantaggi tangibili. Oltre a migliorare la reputazione e la fiducia presso clienti, fornitori e investitori, il bilancio di sostenibilità può facilitare l’accesso ai finanziamenti e stimolare l’efficienza operativa attraverso una maggiore consapevolezza delle performance ambientali e sociali.

Inoltre, essere in grado di dimostrare conformità normativa in un contesto sempre più regolamentato è un vantaggio non trascurabile per le PMI. La trasparenza e l’attenzione alla sostenibilità non solo garantiscono il rispetto delle leggi e dei regolamenti, ma possono anche ridurre il rischio di sanzioni e migliorare la gestione complessiva del rischio aziendale.

In definitiva, il vantaggio più significativo del bilancio di sostenibilità per le PMI è la sua capacità di stimolare l’innovazione e la crescita. Le pratiche sostenibili non solo riducono l’impatto ambientale, ma possono anche aprire nuove opportunità di mercato e differenziare le PMI dalla concorrenza.

 

In conclusione, il bilancio di sostenibilità rappresenta una risorsa preziosa per le PMI che desiderano prosperare in un’economia sempre più orientata alla sostenibilità. Non è solo una questione di responsabilità sociale, ma anche di sopravvivenza e successo nel lungo termine.

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Formazione degli operatori alimentari: nuove norme della Regione Toscana

La Regione Toscana, con Delibera n. 540/2024, ha approvato le “Linee di indirizzo inerenti alla formazione degli alimentaristi che sostituiscono integralmente le precedenti indicazioni normative.

La formazione deve essere idonea alla mansione del lavoratore.

 

Suddivisione degli operatori alimentari

La normativa suddivide il personale alimentarista in base alla mansione in:

  • Soggetti di livello 1 (attività di sola vendita, somministrazione, deposito e trasporto ma NON di manipolazione diretta)
  • Soggetti di livello 2 (attività di manipolazione diretta)
  • Operatori, Responsabili del Piano di autocontrollo o preposti

 

Articolazione e durata dei corsi

I corsi si articolano in uno o più moduli formativi:

  • Modulo A: Modulo accesso alimentare (M.A.A.) – per Addetti di cui all’elenco soggetti del livello 1 – durata 2h;
  • Modulo B: per Addetti alimentaristi di cui all’elenco soggetti del livello 2 – durata 4 h;
  • Modulo C: per Operatori, Responsabili del Piano di autocontrollo o preposti – durata 8 h.

 

La seguente tabella indica per quali soggetti sono obbligatori i moduli appena descritti e per quale durata oraria:

 

Personale coinvolto

Modulo A

Modulo B Modulo C

Tot. ore percorso

Soggetti livello 1

X

2

Soggetti Livello 2

X

X

6

Operatori, Responsabili del Piano di Autocontrollo o preposti

X

X

10

Legenda: X= obbligatorio

 

Aggiornamento del personale

L’aggiornamento periodico, per soggetti Livello 2 ed Operatori, responsabili del Piano nonché preposti, si deve effettuare ogni 5 anni e deve avere una durata di almeno 3 ore.

Gli attestati di formazione rilasciati ai sensi della D.G.R. n. 559/2008 si ritengono validi come assolvimento del corso di formazione dei Modulo A, Modulo B e dell’Unità Formativa 1 del Modulo C.

 

Termini per l’integrazione della nuova formazione

Entro il 05/06/2026 (entro 2 anni dalla pubblicazione delle linee guida) gli Operatori o i Responsabili del piano di autocontrollo che hanno assolto all’obbligo formativo ai sensi della DGR 559/2008, dovranno integrare la loro formazione relativamente alla sola Unità Formativa 2 del Modulo C (di 4 ore) per acquisire le conoscenze delle tematiche gestionali, secondo le modalità indicate nelle stesse.

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

 

Mancati infortuni: il nuovo modello di rilevazione e segnalazione di INAIL

Facendo seguito al protocollo d’intesa fra INAIL e CONFIMI INDUSTRIA, con oggetto la realizzazione di progetti per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, INAIL ha diffuso un nuovo report con l’obiettivo di “Sensibilizzare e supportare operativamente le aziende alle attività di segnalazione e analisi dei mancati infortuni (near-miss)”.

 

Che cosa sono i near-misses?

I cosiddetti near-miss sono i mancati infortuni o quasi infortuni cioè eventi che non hanno causato lesioni o malattie ai lavoratori ma che avrebbero potuto farlo. In pratica, sono situazioni potenzialmente pericolose e che, solo per casualità, non si sono tradotte in incidenti.

Per questo, si definiscono anche “precursori di incidenti”; perché, opportunamente rilevati, sono indicatori oggettivi dello scarso livello di sicurezza di ambienti o processi di lavoro. Evidenziano, infatti, luoghi e momenti nei quali è probabile che si verifichino incidenti.

 

Perché attivare una procedura per i near-misses?

L’attivazione di procedure aziendali, sostenibili anche per le piccole e medie imprese, per la rilevazione e segnalazione dei near-misses costituisce un valido aiuto per la valutazione complessiva di tutti i fattori di rischi che intervengono nelle fasi produttive, oltre a rappresentare un importante motore di partecipazione per più figure aziendali, nell’ambito della prevenzione.

Il documento edito da INAIL, in questo contesto, ha l’obiettivo di rafforzare la collaborazione fra le Associazioni d’impresa e le aziende per l’applicazione di pratiche preventive di sempre maggiore efficacia.

 

Near-misses: un modello di rilevazione utile anche per le piccole imprese

Nell’ottica di sostenibilità per le piccole imprese, il documento riporta le attività realizzate durante lo sviluppo e la sperimentazione di un modello di rilevazione dei near-misses, in modo tale che possano essere sfruttate come standard, proprio dalle piccole imprese. Il modello sviluppato e le relative attività sono stati riferiti a settori in cui frequenza e gravità degli infortuni sono più elevate: costruzioni, metallurgia, chimico, ceramiche sanitarie e alimentare.

 

Near-misses: i contenuti del documento INAIL

Il report apre delineando un quadro storico e statistico degli infortuni nei vari settori di studio, procedendo poi ad un approfondimento sui fattori causali che stanno alla base del verificarsi dell’infortunio grave o mortale, attingendo dagli archivi informatici di INAIL e dal database Infor.Mo.

A dare ulteriore completezza al quadro di cui sopra, un capitolo è dedicato all’analisi dei fattori del contesto territoriale, con lo scopo di incanalare ed informare meglio le scelte organizzative delle imprese, anche in base alla loro collocazione geografica sul territorio nazionale. I dati in questo caso sono stati ricavati aggregando questionari posti direttamente ai referenti territoriali di CONFIMI INDUSTRIA.

Il quarto capitolo del report si analizza lo stato di attuazione dei sistemi di gestione dei near-misses, insieme alle relative esigenze di formazione e informazione, il tutto campionando aziende degli stessi territori analizzati nel capitolo precedente.

Nel quinto capitolo si delineano, sulla base di esperienze sperimentali sulle aziende, un modello tecnico-organizzativo e una istruzione operativa di sicurezza, votati alla rilevazione e all’analisi dei near-misses.

Il report chiude con considerazioni sugli sviluppi futuri imperniate sulla collaborazione da parte delle aziende nella sperimentazione del modello e dello strumento operativo proposti, con lo scopo di rafforzare e diffondere la cultura della prevenzione nelle imprese.

 

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

AI e Sicurezza sul Lavoro: innovazioni e sviluppi

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) ha fatto passi da gigante in diversi settori, inclusa la sicurezza sul lavoro. L’adozione di tecnologie basate sull’AI sta trasformando il modo in cui le aziende affrontano la prevenzione degli infortuni, offrendo strumenti più precisi ed efficienti per proteggere i lavoratori. Questo articolo esplora le ultime innovazioni tecnologiche, con esempi concreti di come queste stanno contribuendo a creare ambienti di lavoro più sicuri.

 

L’intelligenza artificiale è un ramo dell’informatica che si occupa della creazione di sistemi in grado di svolgere compiti che richiederebbero intelligenza umana. Questi sistemi utilizzano algoritmi avanzati di machine learning, reti neurali e altri strumenti per analizzare dati complessi e prendere decisioni informate. Nel contesto della sicurezza sul lavoro, l’AI può analizzare enormi quantità di dati in tempo reale, identificare pattern e tendenze, e fornire previsioni e raccomandazioni per prevenire incidenti.

 

Le principali aree in cui l’AI sta avendo un impatto significativo sulla sicurezza sul lavoro includono:

 

Monitoraggio in tempo reale

Una delle applicazioni più promettenti dell’AI è il monitoraggio in tempo reale delle condizioni di lavoro. Sensori avanzati e sistemi di visione artificiale possono rilevare situazioni potenzialmente pericolose prima che si verifichino incidenti. Esempi concreti includono:

  • Sistema di monitoraggio che utilizza l’AI per analizzare il comportamento dei conducenti dei macchinari pesanti. Il sistema rileva segni di stanchezza o distrazione e invia avvisi immediati per prevenire incidenti.
  • Telecamere dotate di AI per monitorare le aree ad alto rischio, identificando automaticamente se i lavoratori indossano l’equipaggiamento di protezione individuale corretto.

 

Previsione degli infortuni

L’AI può analizzare enormi quantità di dati per identificare pattern che precedono gli infortuni. Attraverso l’apprendimento automatico (machine learning), i sistemi possono prevedere incidenti analizzando fattori come il tempo, le condizioni ambientali, i comportamenti passati dei lavoratori e le attività in corso. Esempi includono:

  • Piattaforma di AI che raccoglie dati dai sensori indossabili dei lavoratori per prevedere infortuni legati a movimenti ripetitivi e posture scorrette.
  • Sistema di analisi predittiva che valuta i dati storici degli incidenti e identifica i potenziali pericoli, permettendo alle aziende di adottare misure preventive mirate.

 

Formazione personalizzata

Le tecnologie basate sull’AI stanno rivoluzionando anche la formazione dei lavoratori. Simulazioni di realtà virtuale (VR) potenziate dall’AI offrono esperienze di formazione immersiva, permettendo ai lavoratori di affrontare situazioni pericolose in un ambiente controllato.

Ad esempio:

  • Simulazioni VR per addestrare i lavoratori nel settore petrolifero e del gas, preparando il personale a gestire emergenze come fuoriuscite di sostanze chimiche o incendi.
  • Formazione VR per insegnare ai dipendenti come gestire situazioni di rischio in negozio, come il sollevamento di carichi pesanti o la gestione di clienti aggressivi.

 

Manutenzione predittiva

L’AI è essenziale anche nella manutenzione predittiva delle attrezzature. Analizzando i dati dei sensori integrati nei macchinari, gli algoritmi di AI possono prevedere guasti e malfunzionamenti prima che si verifichino, riducendo così il rischio di incidenti legati a attrezzature difettose. Questo approccio non solo migliora la sicurezza, ma aumenta anche l’efficienza operativa.

Alcuni esempi sono:

  • Utilizzo dell’AI per monitorare le condizioni delle turbine eoliche, prevedendo i guasti e pianificando interventi di manutenzione preventiva.
  • Soluzioni di manutenzione predittiva per le linee di produzione, che utilizzano l’AI per analizzare i dati dei sensori e prevenire interruzioni non pianificate.

 

Comunicazione e risposta alle emergenze

In caso di emergenza, la velocità e l’accuratezza della comunicazione possono fare la differenza tra la vita e la morte. I sistemi di AI possono coordinare le risposte alle emergenze, fornendo istruzioni chiare e in tempo reale ai lavoratori e ai soccorritori.

Esempi includono:

  • Piattaforma di gestione delle emergenze che utilizza l’AI per coordinare le risposte a situazioni critiche in stadi e grandi eventi.
  • Soluzione di AI che invia automaticamente dati critici ai soccorritori, come la posizione esatta e le condizioni mediche dei lavoratori in difficoltà.

 

Il ruolo dell’AI nella valutazione dei rischi e nelle misure di prevenzione e protezione

L’AI offre un enorme potenziale per migliorare sia il processo di valutazione dei rischi che le misure di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro.

Valutazione dei Rischi

Tradizionalmente, la valutazione dei rischi sul lavoro si basa su ispezioni periodiche, segnalazioni di incidenti e analisi manuali. L’AI può migliorare significativamente questo processo attraverso l’analisi continua dei dati. Sistemi basati sull’AI possono monitorare in tempo reale l’ambiente di lavoro, rilevando immediatamente le condizioni pericolose e potenziali rischi. Ad esempio, l’AI può analizzare i dati raccolti da sensori ambientali, telecamere di sorveglianza e dispositivi indossabili per identificare rapidamente situazioni che potrebbero portare a incidenti.

Misure di prevenzione e protezione

Una volta identificati i rischi, l’AI può contribuire a sviluppare e implementare misure preventive più efficaci. Ad esempio, i sistemi di AI possono prevedere guasti e malfunzionamenti delle attrezzature, consentendo interventi di manutenzione preventiva prima che si verifichino incidenti. Inoltre, l’AI può essere utilizzata per personalizzare i programmi di formazione dei lavoratori, adattandoli alle specifiche esigenze e rischi del singolo lavoratore, migliorando così l’efficacia della formazione.

Analisi predittiva e azioni preventive

L’AI può utilizzare algoritmi di machine learning per analizzare i dati storici degli incidenti e individuare tendenze e pattern. Queste informazioni possono essere utilizzate per sviluppare strategie di prevenzione più mirate. Ad esempio, se un’azienda nota che la maggior parte degli incidenti si verifica in determinate condizioni meteorologiche, può adottare misure specifiche per mitigare quei rischi.

Risposta alle emergenze

In situazioni di emergenza, l’AI può migliorare la rapidità e l’efficacia della risposta. Sistemi di comunicazione basati sull’AI possono fornire istruzioni chiare e in tempo reale ai lavoratori e coordinare le azioni dei soccorritori. Inoltre, l’AI può analizzare i dati in tempo reale per adattare le risposte alle emergenze in base alle circostanze specifiche, migliorando così le probabilità di successo delle operazioni di soccorso.

 

AI e Sicurezza sul Lavoro: una grande opportunità

L’AI rappresenta una svolta epocale nella prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro, offrendo alle aziende strumenti avanzati per proteggere i propri dipendenti. La sua capacità di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale, identificare pattern e tendenze, e fornire previsioni e raccomandazioni per prevenire incidenti, la rende una risorsa inestimabile per migliorare la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Investire in soluzioni basate sull’AI non solo protegge i lavoratori, ma migliora anche l’efficienza e la sostenibilità delle operazioni aziendali. Riducendo il numero di infortuni e malattie professionali, le aziende possono evitare costi aggiuntivi legati a ferie, assenze per malattia, indagini e sanzioni, migliorando così la loro competitività sul mercato.

Inoltre, l’integrazione dell’AI nella sicurezza sul lavoro apre la strada a nuove opportunità di innovazione e crescita. Le aziende che adottano queste tecnologie in anticipo possono acquisire un vantaggio competitivo significativo, migliorando la loro reputazione come datori di lavoro responsabili e attenti al benessere dei dipendenti.

Tuttavia, è importante ricordare che il successo dell’AI dipende dall’efficace integrazione con altre pratiche e procedure di sicurezza sul lavoro. È fondamentale che le aziende mantengano un approccio olistico alla sicurezza, combinando l’AI con formazione adeguata, supervisione attenta e cultura della sicurezza sul lavoro.

Infine, mentre l’AI offre enormi vantaggi in termini di prevenzione degli infortuni, è importante considerare anche le implicazioni etiche e sociali di queste tecnologie. È essenziale garantire che l’uso dell’AI nella sicurezza sul lavoro rispetti i diritti e la dignità dei lavoratori e che venga impiegato in modo responsabile e trasparente.

In conclusione, l’integrazione dell’AI nella sicurezza sul lavoro rappresenta una grande opportunità per migliorare la protezione dei lavoratori e aumentare l’efficienza aziendale. Con il giusto approccio e l’impegno per un utilizzo etico e responsabile, l’AI può contribuire in modo significativo a creare ambienti di lavoro più sicuri e salutari per tutti.

 

 

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

La nuova ISO/TS 17886:2024: Ingegneria per la sicurezza antincendio

Recentemente, è stata pubblicata dalla ISO la nuova edizione del documento tecnico ISO/TS 17886:2024, intitolato “Ingegneria per la sicurezza antincendio – Approccio alla progettazione delle prove di evacuazione”. Questo documento, disponibile in inglese o francese sul sito ufficiale dell’ISO, stabilisce un metodo standardizzato per la progettazione e l’esecuzione di prove di evacuazione efficaci.

 

Scopo e obiettivi del documento tecnico

Lo scopo principale della ISO/TS 17886:2024 è di uniformare le procedure di evacuazione negli edifici per garantire che siano riproducibili, confrontabili e affidabili. Gli obiettivi includono:

  • Applicazioni nel campo dell’ingegneria della sicurezza antincendio.
  • Comparazione delle prove di evacuazione eseguite in diverse giurisdizioni e condizioni.
  • Analisi e valutazione delle variabili critiche durante le evacuazioni.
  • Sviluppo di procedure di sicurezza e programmi di formazione.
  • Valutazione e miglioramento dei piani di evacuazione.
  • Riduzione dell’incertezza nei risultati ottenuti.
  • Verifica dell’efficacia delle misure preventive prima e dopo la progettazione degli edifici.
  • Miglioramento dei parametri utilizzati nei software di simulazione di evacuazione.
  • Confronto e validazione dei modelli di evacuazione, come specificato nella norma ISO 16730-1.

 

Aspetti da considerare nella progettazione delle prove di evacuazione

La progettazione di prove di evacuazione efficaci deve tener conto di vari elementi critici, delineati nella ISO/TS 17886:2024:

  • Configurazione degli spazi: Layout dell’edificio, inclusi corridoi, scale e uscite di emergenza.
  • Condizioni ambientali: Illuminazione, temperatura e altre variabili che influenzano l’evacuazione.
  • Caratteristiche degli occupanti: Numero, età, capacità fisiche e familiarità con il piano di evacuazione.
  • Segnali e allarmi: Efficienza e chiarezza dei sistemi di allarme e comunicazione.
  • Strumentazione e normative di sicurezza: Utilizzo di dispositivi di monitoraggio e conformità alle norme vigenti.

 

Utilità della ISO/TS 17886:2024

La ISO/TS 17886:2024 rappresenta uno strumento fondamentale per una vasta gamma di professionisti, tra cui architetti, ingegneri della sicurezza, progettisti urbani e esperti di gestione delle emergenze. Questi professionisti possono beneficiare delle dettagliate linee guida fornite dal documento per migliorare la sicurezza e l’efficacia delle prove di evacuazione nella loro pratica quotidiana.

 

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.